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Viterbo - La questione morale nel Pd
"Petroselli non volle riceverli..."
di Oreste Massolo
Viterbo - 10 gennaio 2009 - ore 2,55

Riceviamo e pubblichiamo - Amarezza, disillusione ed anche dolore per le tante inchieste giudiziarie che coinvolgono amministratori locali del Pd. Cosa è avvenuto?

Difficile rispondere; certo è che ognuno è responsabile del proprio agire e non ci sono regole che tengano se si è incline al compromesso deteriore o peggio non si hanno freni ben saldi contro i tentativi di corruzione e si fa capire che se ne può discutere.

Nell’amministrare la cosa pubblica occorre esser forti come una roccia perché si deve saper vigilare-ed è ben difficile-anche contro la corruzione che si annida negli uffici.Il rischio di essere coinvolte in operazioni disoneste è sempre in agguato.
L’amministratore imbroglione non è mai solo e deve sempre circondarsi di funzionari altrettanto disponibili al male affare.

Spesso non si cercano danari, ma si è spinti dalla ricerca del consenso che, si ritiene debba venire non perché si opera con imparzialità, ma dal fatto che, in qualche modo si è favorito tizio che “conta” e che ha un peso nella società.
E’ stato detto che l’ onestà’ non è una categoria politica ed è vero ,ma ne è una premessa indispensabile e necessaria.

Senza essere onesti si può essere amministratori capaci ed efficienti, ma anche aperti a tutte le “esperienze”…Lo stesso discorso, con le dovute distinzioni a causa delle diversità dei ruoli, vale anche per i dirigenti di partito.

Ricordo alcune esperienze delle quali sono stato testimone.
Lavoravo alla segreteria regionale del Pci. Mi occupavo tra l’altro di enti locali e di trasporti. Segretario regionale era Luigi Petroselli, il futuro sindaco di Roma.

L’Acotral -così si chiamava allora l’azienda regionale dei trasporti- doveva rinnovare gran parte dei bus.

Vennero a trovarmi due rappresentanti di una casa costruttrice: mi fecero capire che se avessero vinto l’appalto per il partito ci sarebbe stata una certa percentuale.

Affermai, con durezza, che non era nostro costume avere comportamenti del tipo proposto e che, in ogni caso, li avrei fatti parlare con il segretario regionale: Petroselli non volle neppure riceverli.

Anni dopo ero assessore regionale ai lavori pubblici. Feci stanziare dalla Giunta un notevole finanziamento per un ”primo lotto funzionante” per l’ospedale di Belcolle i cui lavori erano bloccati da qualche tempo. Mi giungevano voci sospette. Feci indire un’assemblea che si tenne a palazzo Brugiotti.

Dissi:”Circolano voci vergognose, inaccettabili, qui non si deve alcuna tangente. Chi dovesse ricevere proposte “oscene” si rivolga alla magistratura, avrà il sostegno convinto dell’assessore”.

Nessuno dei presenti fece riferimento alla mia denuncia che, stranamente, non ebbe rilievo neppure sulla stampa locale. Voglio sperare che la “percentuale” che sarebbe dovuta toccare al Pci non sia stata incassata da altri!
Così andava il mondo. Rammento che in attesa dell’inizio di una riunione della Giunta regionale stavo conversando con il presidente (non espresso dal Pci).

Avevano arrestato in quei giorni un suo segretario. ”Che str… ti pare che mi sarei fatto sorprendere con un assegno in mano”. Fu il suo commento.

Si sapeva, dunque, come andavano le cose, ma noi avevamo l’orgoglio di essere persone oneste e corrette che mai si sarebbero approfittate del denaro pubblico.

Ora non c’è rimasto neppure quell’orgoglio ed è desolante.

Una profonda riforma si impone con urgenza e concordo con Veltroni:”Fuori i capi bastone dal Pd”.

Sarà possibile? Ho qualche dubbio. L’inquinamento è diffuso e non è solo ambientale, ma investe, purtroppo, anche le coscienze. E’ preoccupante. Se ne è accorto addirittura l’Economist.
Oreste Massolo

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