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Viterbo - Interviene Azione Giovani
Niente Befana Tricolore, colpa della federazione
Viterbo - 10 gennaio 2009 - ore 2,55

Roceviamo e pubblichiamo - Ci sembra doveroso precisare le cause che hanno impedito ai viterbesi di partecipare ad un evento sentito e ormai divenuto tradizionale.

La Befana Tricolore, appuntamento annuale, anche di Azione Giovani, che metteva impegno e manodopera (ragazzi) insieme ad Alleanza Nazionale, che metteva denari.

E’ pur vero, come scritto nell’articolo apparso su Tusciaweb l’altro ieri, che ad Azione Giovani è stato negato, ingiustamente e in maniera assai poco elegante, un candidato alle scorse elezioni comunali, ma ciò non è mai stato per noi motivo per fare ostruzionismo.

I problemi, se così vogliamo chiamarli o se a qualcuno così piace, derivanti da quell’episodio restano infatti interni alle due organizzazioni politiche, ma non ha assolutamente effetti sulle battaglie che Azione Giovani compie per perseguire i propri ideali e sulle attività in favore dei cittadini.

Alla luce di ciò, i veri problemi che hanno impedito lo svolgimento della Befana Tricolore 2009, sono stati, oltre alla mancanza di soldi, la poca disponibilità da parte della federazione di An.

Ag si è proposta in ogni modo per organizzare questo lieto evento, ma quasi nessuno ci ha dato ascolto e quando finalmente siamo riusciti ad attirare l’attenzione sulla Befana, ci è stato risposto che non c’erano i fondi necessari.

Ci sembra altresì doveroso ringraziare chi, sempre all’interno di An, si è dimostrato comunque disponibilissimo (per delicatezza e rispetto non faremo nomi), ma la mancanza di denaro e i tempi ormai divenuti ristretti, per non dire impossibili, non ci hanno permesso di fare nulla.

Ci scusiamo pertanto con tutti i cittadini che numerosissimi hanno chiamato la federazione per chiedere dell’evento e con tutti i viterbesi, impegnandoci fin da ora, affinché il prossimo anno ci si possa trovare nuovamente tutti insieme alla Befana Tricolore.

Ci sembra doveroso poi, approfittando della vostra attenzione, esprimere la nostra disapprovazione riguardo all’inopportuno intervento di Parroncini.

Il sindaco Marini, essendo, come lo stesso Parroncini ha detto, un parlamentare, agisce in questa veste non in rappresentanza di tutta la città di Viterbo, bensì della parte politica che lo ha votato; ed oltretutto, in base all’articolo 67 della Costituzione, egli “rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Pertanto ogni singolo parlamentare può prendere le decisioni che ritiene più opportune senza rendere conto a nessuno, se non politicamente agli elettori nelle successive votazioni.

E la decisione che ha preso il sindaco Marini ci è apparsa assai opportuna e condivisibile dalla maggioranza degli Italiani.

Gli anni che vanno dal ’43 al ’45 sono stati tra i più bui della storia patria, non esisteva più un popolo, si scatenò una guerra civile, italiani contro italiani, che, combattendo dalla parte giusta o da quella sbagliata, avevano tutti come obbiettivo quello di riscattare la dignità e l’onore della Patria ed entrambe le parti si macchiarono di gravi crimini (Pansa docet).

Per questo ci sembra legittimo riconoscere la dignità di combattente anche a chi scelse la parte sbagliata: perché, è meglio ripeterlo, fu una scelta in buona fede per l’onore d’Italia, come il presidente Ciampi ha più volte ribadito.

E’ un importante mattone che serve alla purtroppo difficile, perché ostacolata dall’ostruzionismo cieco e retrogrado di certe fazioni, costruzione della memoria condivisa.

Solo con essa gli Italiani impareranno a riconoscersi in tutta la propria storia, anche quella “brutta”, e riusciranno finalmente a sentirsi uniti.

Ogni epoca politica si apre con una nuova idea di Patria. Ogni regime ha cercato di inventarsene una sua, eliminando le precedenti. E invece, la principale forma di patriottismo è riconoscersi anche in quelle parti della nostra storia che non ci piacciono. E’ sommare esperienze, non fare opera di sottrazione.

Riguardo poi al 25 aprile, c’è ben poco da festeggiare; è il giorno della sconfitta dell’Italia. Non parliamo poi di chi usa questa data per ravvivare l’ormai affievolito fuoco delle polemiche tra fascismo e antifascismo.

Semmai dovrebbe essere una giornata per ricordare la sanguinosa ed orribile guerra civile, che comunque continuò anche dopo il ’45, e i caduti di entrambe le parti, tutti e comunque Italiani.

La vera festa della Libertà dovrebbe coincidere con il 2 giugno, giorno in cui fu proclamata la Repubblica che portò all’emanazione della Costituzione che garantiva veramente, dopo anni di dittatura, la libertà a tutto il popolo italiano.

Senza una memoria condivisa non ci potrà mai essere un sentimento di identità nazionale, senza identità nazionale non ci può essere patriottismo, senza patriottismo non c’è un Popolo e non c’è una Nazione: non c’è una Patria.

Ecco perché assistiamo continuamente all’agonia morale e sociale della nostra società, perché senza patriottismo un popolo non è tale, ma è soltanto un agglomerato indefinito di individui che agiscono esclusivamente per i propri interessi.

Azione giovani Viterbo

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