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Viterbo - Paola Celletti, Rdb, contro l'ultima iniziativa del ministro Brunetta
"Non solo fannulloni"
Viterbo - 14 gennaio 2009 - ore 15,00

Riceviamo e pubblichiamo - “Non solo fannulloni” è l’ultima iniziativa messa in campo dal ministro Brunetta per continuare a denigrare i dipendenti pubblici.

Si tratta di un concorso per le amministrazioni pubbliche che prevede, quale premio finale la segnalazione del progetto sul sito della funzione pubblica.

Una sorta di: chi è il primo della classe?

Al concorso nella nostra provincia hanno già aderito la Asl e la Camera di commercio attraverso i progetti: innovazione e modernizzazione , e.procurement e informatizzazione dei ricoveri.

Ci rivolgiamo in particolare agli amministratori di questi due enti chiedendo: a cosa serve un concorso se i progetti vengono svolti dagli attuali dipendenti dell’ente durante l’orario di servizio?

A nostro giudizio, “la gloria e l’onore” di veder riservato un angolo sul sito della Funzione pubblica, non risolve i problemi di tanti cittadini che aspettano mesi per un ecografia pagando ticket salati e riteniamo che i progetti utili per la cittadinanza debbano essere realizzati attraverso l’onesto lavoro quotidiano senza la necessità di doversi distinguere all’interno di un contesto di strumentale denigrazione.

Dalle dichiarazioni del ministro della Funzione pubblica emerge implicitamente che i dipendenti non sono solo fannulloni ma anche una categoria di privilegiati ai quali spetta ora risollevare il paese dalla grave crisi che sta attraversando e di cui sono parte in causa.

Il fiore all’occhiello del discorso è, però, la preoccupazione per la perduta dignità di questi lavoratori che si vergognano persino davanti ai propri figli.

Rispetto a queste affermazioni, ovvero al capovolgimento della realtà non si può tacere e l’informazione non può e non deve ridursi ad un ruolo di sudditanza.

Si tratta di un'inaccettabile accusa contro migliaia di cittadini onesti che ogni mattina si alzano per andare a lavorare, per mantenere le loro famiglie con uno stipendio molto spesso inadeguato pagando le tasse fino all’ultimo centesimo, cosa molto rara nel nostro Paese.

Se la macchina della pubblica amministrazione non funziona si deve ricercare la causa nella commistione tra politica e amministratori.

E se proprio si vuole fare una riflessione sulla dignità, ci chiediamo se è dignitoso vivere in un Paese in cui, grazie alla destrutturazione del sistema dei controlli e alle richieste sempre più pressanti di allungamento degli orari anche sotto forma di straordinari detassati, gli incidenti sul lavoro causano ogni giorno vere e proprie stragi: 34 vittime dall’inizio dell’anno, 4 nelle ultime 24 ore;

Se è dignitoso un governo che tra i provvedimenti urgenti in maniera di lavoro si affretta a rendere di nuovo lecita la lettera di dimissioni in bianco al momento dell’assunzione.

Se è dignitosa l’assenza di ammortizzatori sociali per disoccupati e precari che si trovano senza lavoro e senza alcun sussidio. Per non citare altre vergogne come il lodo Alfano.

E’ iniziato da poco il nuovo anno e la campagna diffamatoria, sempre più aspra, si prefigge lo scopo di creare nuove guerre tra poveri: tra dipendenti privati e pubblici, tra lavoratori e disoccupati, tra precari e stabili, facendo passare per privilegi il diritto ad un salario dignitoso, al lavoro a tempo indeterminato, alla cura e alla salute.

Questo attacco così duro al pubblico impiego non è affatto casuale.

E’ chiaro che se verranno abbattuti i diritti anche in questo settore che rappresenta il traino per il mondo del lavoro dipendente sia pubblico che privato, allora i datori di lavoro non dovranno rispettare più alcun vincolo.

Per questi motivi riteniamo che non sia utile a nessuno aderire a simili iniziative che incoraggiano la cultura delle differenze e delle divisioni, molto in voga oggi.

La coscienza matura di un popolo non ha bisogno di medaglie ma di una convivenza civile tramite la riscoperta quotidiana dei valori.

Non cadiamo quindi nella rete di dover affermare chi è il primo o l’ultimo della classe, perché in questo modo si rischia di perdere di vista i veri problemi del Paese e restano del tutto indisturbati coloro che ne detengono le responsabilità.

RdB Cub Pi Viterbo
Paola Celletti

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