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Viterbo - Battistoni (Pdl) critico
"Piazzai sta per autorizzare un inceneritore ad Acquapendente"
Viterbo - 15 gennaio 2009 - ore 4,00

Francesco Battistoni
Riceviamo e pubblichiamo - L’assessorato all’ambiente della Provincia di Viterbo si appresterebbe ad autorizzare un inceneritore di rifiuti per la produzione di energia elettrica nel Comune di Acquapendente.

Infatti da qualche mese si ha notizia di una società di Brescia, la WTE srl, che ha comprato un lotto di circa un ettaro nell’area industriale di Acquapendente, in località Campo Morino con l’intenzione di costruire due grandi capannoni per la localizzazione di un inceneritore di rifiuti speciali, provenienti dall’Agricoltura e dall’Industria, bruciando i quali ottenere energia elettrica.

A dicembre la società ha presentato richiesta di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto all’assessorato di Tolmino Piazzai.

I rifiuti che verranno bruciati sono in gran parte composti da biomassa umida, che quindi necessitano di un pretrattamento di essiccazione.

Provengono dall’agricoltura (scarti vegetali, feci animali, urine e letame) e dalla silvicoltura; dalla lavorazione di prodotti vegetali (fanghi provenienti dalla depurazione delle acque di lavaggio, sbucciatura e centrifugazione, sanse di estrazione tramite solventi, scarti vegetali non riutilizzabili nella trasformazione); dalla lavorazione vitinicola (vinacce e altre rifiuti di lavorazione); dall’industria tessile (fibre tessili grezze); dalle falegnamerie (scarti di cortecce, segature e residui di legno); pallets in legno; legno da demolizione e legno proveniente dalla raccolta differenziata.

L’impianto con una potenza di 6 MW brucerà circa 36.315 tonnellate annue di rifiuti, appena sotto la soglia delle 100 ton al giorno, in modo da evitare la valutazione di impatto ambientale, limitandosi ad una verifica di assoggettabilità: procedura regionale molto più breve e semplice, quasi una formalità per un impianto localizzato in un area per insediamenti industriali.

Quello che non si comprende è come mai chi ideologicamente è contrario alla produzione di energia tramite la termovalorizzazione , anche là dove a bruciare non sono rifiuti ma semplicemente legname proveniente da colture dedicate o dalle macchie esistenti secondo la logica della filiera corta (nel raggio di 70 KM), come nel caso di Tuscania, non sconsigli un soggetto estraneo alla imprenditoria locale ad intraprendere tale avventura (addirittura bruciare rifiuti), che comunque comporta esborsi finanziari iniziali.

Non si comprendono inoltre i vantaggi all’economia locale determinati da tale realizzazione: non un contributo allo sviluppo (non siamo a conoscenza di eventuali convenzioni a favore degli enti locali dell’area); non un aiuto all’agricoltura locale in crisi e in cerca di alternative dopo il crollo del prezzo dei cereali; non un sostegno al suo reddito, in quanto i rifiuti conferiti non solo non hanno contropartita economica di mercato come nel caso tuscanese, ma rappresentano un costo aziendale di smaltimento.

Per di più le imprese zootecniche del luogo già smaltiscono i propri affluenti (ad esempio con l’autorizzazione allo spandimento in campo) senza gravi problematiche, né costi.

Inoltre la Comunità Europea incentiva nell’ambito del PSR con contributi a fondo perduto gli imprenditori agricoli che vogliano realizzare eventuali piccoli generatori (max 1 MW) di corrente elettrica alimentati con gli scarti agricoli della propria azienda.

A chi è diretta dunque la realizzazione del megaimpianto di Acquapendente, se non allo smaltimento dei rifiuti di altre regione provenienti dalle grandi aziende agricole, zootecniche, del legno ed alimentari?

Rifiuti per lo più umidi la cui trasformazione in energia è sicuramente poco efficace e molto costosa, non solo dal punto di vista finanziario ma anche del bilancio energetico e del CO2.

Gli svantaggi per la collettività locale potrebbero essere ben noti: forti cattivi odori derivanti dal trattamento della biomassa umida, oltre alle problematiche dei fumi.

Come nel caso dei cittadini di Quinzano sull’Oglio (BS) che lamentano la situazione di profondo disagio in cui si sono venuti a trovare da quando la ditta Wte srl ha iniziato l'attività di depurazione di residui liquidi, organici e inorganici, provenienti da attività produttive.

Contro l’impianto della società, la stessa che ha presentato il proggetto ad Acquapendente, è sorto nella cittadina lombarda un combattivo comitato “Stop wte”, composto da ambientalisti e sinistra arcobaleno, gli stessi che appoggiano la maggioranza che governa sia il Comune di Acquapendente che la Provincia.

La coerenza di una certa sinistra locale … non è mai troppa.


Francesco Battistoni
consigliere provinciale F.I. verso il Popolo della Libertà

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