- "Le misure cosiddette anticrisi approvate dalla Camera sono del tutto inadeguate a concorrere all’inversione dell’andamento del ciclo economico".

A sostenerlo, è la Cna, che critica anche l’insufficienza della dimensione finanziaria del decreto.

"Sono state in parte corrette alcune scelte che avevamo duramente contestato, come il depotenziamento del bonus energia, ma complessivamente il provvedimento contiene interventi che non produrranno effetti immediati e prevede risorse esigue". Afferma Adalberto Meschini, segretario provinciale dell’associazione di rappresentanza dell’artigianato e della piccola e media impresa.

"Come abbiamo indicato anche nel convegno sulle strategie anticrisi che abbiamo tenuto a Viterbo nel mese di dicembre, l’Italia insieme con gli altri Paesi dell’Europa, deve saper cogliere questo momento di crisi per una forte politica di rilancio dello sviluppo, con progetti per l’innovazione e il risparmio energetico, con un piano per la realizzazione di piccole infrastrutture immediatamente cantierabili, con investimenti a favore della scuola, dell’università e della ricerca".

E con le riforme. Come quelle, non più rinviabili, riguardanti gli ammortizzatori sociali e la qualità della spesa pubblica - dice Meschini -. Occorre sfruttare tutti i varchi utili per interrompere la spirale negativa e stimolare un’ambizione di futuro nella società e nel sistema della micro e piccola impresa, vitale nella nostra realtà economica”.

"Quella imboccata con il decreto anticrisi, non ci sembra, però la strada giusta -osserva il segretario della Cna -. Ci auguriamo che, anche di fronte alle previsioni di Bankitalia, secondo le quali nel 2009 il Pil crollerà del 2%, ci si renda finalmente conto dell’urgenza di un nuovo percorso".