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Viterbo - Il 24 gennaio convegno sul sito ritrovato nella Tuscia
"A Vetralla non c'è stato nessun campo di concentramento "
Viterbo - 17 gennaio 2009 - ore 17,45

- Si è tenuta questa mattina a Vetralla una conferenza stampa per presentare l’evento “Tracce nella storia, un campo di prigionia nella Tuscia” che si terrà presso la Sala Consiliare del Comune di Vetralla il prossimo 24 gennaio 2009 alle ore 15.

Si tratta di un convegno di studi che ha come tema prevalente le fonti che riguardano la condizione degli internati nei campi di prigionia della Tuscia.

In occasione della giornata della memoria che viene celebrata ogni anno in ricordo del dramma della Shoa e delle vicende che hanno riguardato l’ultimo conflitto mondiale, l’associazione Diva Cassia Onlus in collaborazione con l’Università della Tuscia e la Casa Editrice Davide Ghaleb organizza l’evento su proposta di un progetto approvato dalla Comunità Montana e dall’Amministrazione Comunale di Vetralla. E’ stata predisposta una giornata che accogliesse i primi risultati di una serie di studi che negli ultimi anni hanno sviluppato questo tema.

Sono stati quindi invitati a parlare studiosi e ricercatori che hanno affrontato l’argomento sia a livello nazionale che locale, fino ad arrivare al caso di Vetralla dove è noto che sia stato ospitato un nutrito gruppo di prigionieri prevalentemente inglesi, in un campo le cui vestigia sono ancora in parte apprezzabili.

La conferenza stampa ha visto gli interventi del sindaco di Vetralla Massimo Marconi, dell’Assessore alla Cultura Luca Mancini e dell’Assessore all’Ambiente della Comunità Montana Carlo Postiglioni per quanto riguarda i rappresentanti delle istituzioni e di Elisabetta De Minicis e Gabriella Norcia in rappresentanza dell’Associazione Diva Cassia Onlus.

Da segnalare l’intervento di Elisabetta De Minicis, docente di archeologia medioevale presso l’Università della Tuscia e coordinatrice del Museo della Città e del Territorio di Vetralla, in cui ha spiegato l’importanza di un appuntamento che offrirà la possibilità di un incontro tra passato e presente dal momento che sarà possibile ascoltare le testimonianze orali di quanti hanno avuto nel loro passato esperienze dirette con il campo di Mazzocchio che, ha precisato Elisabetta De Minicis , “non è mai stato un campo di concentramento come è apparso sulla stampa in tempi recenti, anzi – ha affermato – identificare Vetralla come un paese in cui sorgeva un lager rappresenta, oltre che un errore storico, anche un danno d’immagine significativo”.

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