:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
     
   
Viterbo - Legambiente - Presentato il rapporto Mal'aria
"Il polo energetico di Montalto uno dei più inquinati del Lazio"
Viterbo - 17 gennaio 2009 - ore 18,00

- “Alto il livello dell’inquinamento derivante dai maggiori 18 impianti industriali della Regione Lazio: ben 62 su 72 valori dichiarati per gli inquinanti locali, ovvero circa l’86 per cento, risultano essere al di sopra la soglia fissata dalle normative. Benzene, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e cloro, ma anche molti metalli pesanti, come cadmio, arsenico, cromo e nichel riempiono l’aria e le acque di diversi punti del Lazio”.

E ' uno dei dati emersi dal rapporto Mal'aria industriale 2009 redatto da Legambiente.

Il libro bianco sull'inquinamento industriale è stato presentato questa mattina a Taranto, città simbolo dell'inquinamento, dall'associazione ambientalista.

“Da cementerie a centrali termoelettriche, da cartiere a discariche, da raffinerie a industrie chimiche, sono tante e diversificate le fonti di emissione industriale anche nel Lazio. Tra le aree più compromesse dal punto di vista ambientale – aggiunge il comunicato - sicuramente il polo energetico settentrionale di Montalto di Castro e Civitavecchia, nonché la Raffineria di Roma situata nell’area di Malagrotta e la Cementeria localizzata nell’area di Guidonia”.

“Per tutelare la salute dei cittadini, oltre che sullo smog da traffico, bisogna intervenire per ridurre le emissioni delle industrie, il dramma della Valle del Sacco ne è la dimostrazione chiara - ha dichiarato Lorenzo Parlati presidente di Legambiente Lazio–.

Nel Lazio questo obiettivo è praticabile, serve un rinnovato impegno delle istituzioni ma è soprattutto il sistema industriale che, proprio in questo momento di crisi economica, deve scommettere su prodotti più innovativi, con meccanismi di produzione più efficienti e meno inquinanti, rafforzando qualità, capacità competitiva, sicurezza”. Perlati spiega che “in particolare nelle aree di Malagrotta, Civitavecchia/Montalto, Guidonia e nella Valle del Sacco dalla Regione Lazio attendiamo risposte forti sul monitoraggio in continuo delle emissioni, con dati validati da parte dell’Arpa Lazio, con interventi di riduzione e risanamento della qualità dell'aria, utilizzando anche di concerto con le Province la fase di rinnovo delle autorizzazioni ambientali per rinnovare gli impianti, con l'obiettivo di alleggerire gli impatti ambientali delle industrie”.

Il rapporto di Legambiente analizza alcune aree specifiche. “La prima – sottolinea la nota - , quella di Malagrotta nella Capitale, dove si concentrano non solo la più grande discarica d’Europa ma anche il nuovo gassificatore, la Raffineria di Roma e numerose cave. Nell’area di Guidonia trovano invece sede non solo la Cementeria, ma anche la discarica dell’Inviolata e altre cave, ed inoltre, a pochi chilometri, nella zona di Case Rosse, un inceneritore per catalizzatori.

Da ultimo, la zona della valle del fiume Sacco, tra Roma e Frosinone, dove proprio in questi giorni sono stati resi noti i nuovi drammatici dati sulla salute dei cittadini a seguito dell’emergenza ambientale e sanitaria che si scatenò nel 2005”. Cristiana Avenali direttrice di Legambiente Lazio afferma che “i dati epidemiologici nella valle del Sacco sono gravi ed inquietanti, oltre al previsto costante monitoraggio della salute dei cittadini, chiediamo di verificare nuovamente che nessun pezzo della catena alimentare sia oggi in alcun modo inquinato, ma anche di accelerare il lavoro di bonifica.

Sul fronte regionale preoccupano i dati sul benzene a Malagrotta, ma anche i più tradizionali ossidi di azoto a Montalto di Castro e ossidi di zolfo a Civitavecchia e di nuovo a Montalto e Malagrotta, mentre nel polo energetico a nord del Lazio è seria anche la situazione per diversi metalli pesanti. Bisogna intervenire con più controlli e iniziative per ridurre le emissioni tenendo anche conto di impianti più piccoli ma non meno importanti come inceneritore per catalizzatori lungo la Via Tiburtina a Roma, dove abbiamo già richiesto alla Provincia di Roma di negare nella situazione attuale il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia)”.

Secondo Legambiente Lazio il quadro regionale presenta dunque diversi aspetti su cui intervenire, sia per le emissioni atmosferiche che per quelle in acqua. Entrando nello specifico, la nota spiega che “relativamente alle prime per il benzene è la raffineria di Roma ad emettere 4.735 chilogrammi/anno, rispetto al ben più basso valore soglia di 1.000 chilogrammi/anno.

Preoccupano inoltre i ‘tradizionali’ ossidi di azoto, che in 13 su 16 casi risultano oltre il valore soglia di 100 tonnellate/anno, con la centrale termoelettrica di Montalto di Castro (Vt) che fa registrare 2.815 tonnellate/anno. Per gli ossidi di zolfo – continua il comunicato - la situazione non è migliore, con il valore soglia di 150 tonnellate/anno ben superato, ancora, dalla centrale termoelettrica di Montalto di Castro (Vt) con 7.920 tonnellate/anno e dalla raffineria di Roma con 2.053 t/a, nonché dalla Centrale termoelettrica Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia (Rm) con 1.283 tonnellate/anno”.

“Molto seria la situazione delle emissioni in atmosfera di diversi metalli e loro composti, per cui si fanno di nuovo distinguere le due suddette centrali. L’impianto di Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia supera il valore soglia del cadmio, con 23,1 chilogrammi/anno (soglia 10 chilogrammi/anno), del cromo, in ben due punti, con 322 chilogrammi/anno e 165 chilogrammi/anno (soglia 100 chilogrammi/anno) e del nichel, ancora in due punti, con 325 chilogrammi/anno e 149 chilogrammi/anno (soglia 50 chilogrammi/anno).

L’impianto di Montalto di Castro supera molto invece il valore soglia per il nichel con 437 chilogrammi/anno (soglia 50 chilogrammi/anno)”. Infine, anche per le emissioni nelle acque “emergono dati preoccupanti sul fronte dei metalli e loro composti, rispetto ad arsenico, cadmio, cromo, nichel, rame e zinco. Sul fronte degli altri inquinanti, si fanno distinguere altri composti organici Btex, ‘carbonio organico totale’, fenoli fosforo e azoto”.

Copyright 2008 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564