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Tecnologie - Quando si muore nel mondo degli atomi per sopravvivere in quello dei bit
La vita e la morte al tempo di Internet
di Carlo Galeotti
Viterbo - 20 gennaio 2009 - ore 5,30

La home del sito dedicato ad Arianna Saviano
Il sito dedicato ad Andrea Pieri
- Che cosa è diventata la morte al tempo di Internet?

La rete ha cambiato le coordinate della nostra vita: lo spazio e il tempo. E ora sta cambiando anche quel limite della vita che è la morte.

Inesorabilmente la rete trasforma atomi in bit. Ci sta facendo passare velocemente dal mondo fatto di atomi a un mondo di bit.

Qualche anno fa alla fiera di Milano uno dei grandi intellettuali del Mit (Massachusetts Institute of Technology), Nicholas Negroponte, tenne una conferenza proprio su questi temi. Aveva appena scritto quella che diventerà una delle bibbie della rete: Essere digitali (Being Digital).

E spiegava, stranamente, che proprio gli italiani erano i più adatti per vivere nel mondo digitale. Un mondo fatto di bit, l'unità di misura dell'informazione, e non di atomi.

La rete non può non essere concepita come un continente, e come tutti i nuovi continenti è subito stata antropizzata. Gli uomini ci hanno portato i loro impulsi ancestrali, le loro pulsioni, interessi: sesso, amore, morte.

E si badi bene, sono queste le pulsioni che hanno permesso alla specie di sopravvivere. Alla faccia di qualsiasi razionalismo da salotto.

Ora la rete sembra puntare decisamente a spostare, a frantumare il limite tra la vita e la morte.

Prosegue nella strada perseguita da tutta la cultura umana che, forse, non è niente altro che un tentativo di superamento della finitezza.

Nel Novecento ci hanno provato le ideologie totalitarie con quello che ne è conseguito di terribile.
Si perché anche le ideologie totalitarie, queste nuove religioni, sono anche state un tentativo di trascendere la morte. Come lo sono le religioni vere e proprie.

Oggi ci provano le nuove tecnologie. Internet in testa. Tecnologie che, con un forza mai vista, ridefiniscono la vita e la morte. Non solo, anche la concezione dell'io riescono a intaccare. La percezione di sé stessi.

I siti web, che ricordano i ragazzi morti, sono certamente un nuovo modo di elaborazione del lutto. Di lenimento del grande dolore che coglie chi li ha amati da vivi. Ma sembrano andare oltre. Quando nel sito vengono messe tutte le memorie visuali e non che hanno caratterizzato quel particolare uomo o donna.

L'idea può apparire terribile, ma lo fanno rivivere nel mondo dei bit. Trasformano un io incarnato negli atomi in un io addensato in un grumo di bit.

E quello che, descritto teoreticamente, appare freddo diventa carne e sangue, amore e dolore se andate a vedere realmente i siti che incarnano questi ragazzi morti troppo presto.

Viene da domandarsi: se si riuscisse a trasferire tutta la memoria di un persona su un computer, vi si potesse implementare la sue prassi di vita, i suoi algoritmi, cosa sarebbe quel computer?

Forse è meglio fermarsi a riflettere. Ma senza pregiudizi. Senza paura delle nuove tecnologie.

Oggi ci può apparire strano che un ragazzo di venti anni venga ricordato multimediaticamente sul web. Ma forse la stessa stranezza dovevano percepire nell'Ottocento gli uomini quando si recavano nei cimiteri e nelle tombe la persona scomparsa veniva ricordata con le prime foto. Doveva essere sconvolgente.

Come dice dell'Ecclesiaste: nulla di nuovo sotto il sole, quindi.

Carlo Galeotti


Viterbo - Gli amici di Arianna Saviano, morta a vent'anni il 3 gennaio in un incidente stradale, hanno creato un sito per ricordarla
Ary continua a vivere nel web
Viterbo - 20 gennaio 2009 - ore 2,15


Link ai siti

ariannasaviano.it

Fecebook: In memoria di Arianna Saviano

Youtube per Arianna con 12 video

andreapieri.org


I link alla notizia della morte dei due ragazzi

Arianna Saviano

Andrea Pieri


Arianna - L'ultimo video insieme...


Il video sulla strada killer

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