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Viterbo - Giornata della memoria - Consegnate le medaglie d'onore - Il discorso del prefetto Giacchetti
"Conoscere la Shoah, per non ripetere più certi errori"
Viterbo - 27 gennaio 2009 - ore 18,45

Il prefetto Alessandro Giacchetti
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- Stamani in Prefettura si è svolta una cerimonia per celebrare il “Giorno della memoria”, istituito nella ricorrenza dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio 1945, in ricordo della Shoah e delle persecuzioni del popolo ebraico, dei deportati italiani nei campi nazisti e di tutti coloro che, a rischio della propria vita, si opposero al progetto di sterminio.

Nella stessa cerimonia, si è proceduto alla consegna delle Medaglie d’Onore, conferite quale risarcimento soprattutto morale ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e ai familiari dei morti.

Presenti alla cerimonia il sindaco di Viterbo Marini, il presidente della Provincia Mazzoli, il procuratore della Repubblica Pazienti, i vertici delle Forze Armate e delle Forze di Polizia della provincia, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Bozzo, il direttore dell’Archivio di Stato Goletti, monsignor Del Ciuco in rappresentanza del vescovo Chiarinelli, alcuni sindaci dei comuni di residenza degli insigniti e un numeroso pubblico, tra i quali molti giovani studenti.

Dopo la proiezione di un video storico, realizzato dall’Archivio di Stato, il prefetto Giacchetti ha illustrato la finalità della giornata, dedicata a richiamare alla mente, soprattutto dei giovani, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che subirono la deportazione, la prigionia e la morte.

“Conoscere e ricordare la Shoah - ha detto Giacchetti - può essere di valido aiuto per meglio comprendere le ramificazioni del pregiudizio e del razzismo, per realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni differenti, per creare, attraverso la valorizzazione delle diversità, una società realmente interculturale.

Facendo emergere le pericolose insidie del silenzio di fronte all’oppressione, il ricordo della Shoah permette anche la maturazione nei giovani di un’etica della responsabilità individuale e collettiva”.

Ha ricordato poi coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, salvarono altre vite, proteggendo i perseguitati.

E' il caso del vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto, Medaglia d’Oro al Valor Militare, offertosi alla fucilazione a soli 22 anni alla Torre di Palidoro per salvare la vita a 22 ostaggi civili.

Come pure gli oltre 400 italiani insigniti dell’alta onorificenza israeliana di Giusto tra le nazioni.

Tra questi il Questore reggente di Fiume Giovanni Palatucci, Medaglia d’Oro al Merito Civile, che salvò più di 5mila ebrei dalla deportazione, prima di morire all’età di 36 anni nel campo di concentramento di Dachau.

Ha pure sottolineato come il presidente della Repubblica, qualche giorno fa, in occasione dell’inaugurazione di un monumento alle vittime del nazismo e del fascismo, abbia ribadito che “il dovere di una comune memoria esige un esercizio continuo ed è la condizione necessaria per meglio comprendere le grandi questioni dell’Italia contemporanea e per tramandare ai giovani la storia, gli ideali e i valori che hanno costituito il fondamento della democrazia repubblicana".

Il prefetto ha inoltre riportato alla memoria dei presenti alcune parole di Primo Levi: “Le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”.

Si è proceduto quindi alla consegna delle Medaglie d’Onore conferite, quale risarcimento morale, ai cittadini italiani, militari e civili, che furono deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale.

A ribadire la trasmissione della memoria tra le generazioni, il Prefetto ha chiamato alcuni giovani presenti a consegnare le medaglie agli 11 insigniti, alla presenza dei rispettivi sindaci, quali testimoni della ammirata gratitudine della collettività nazionale, in un clima di sincera, commossa partecipazione generale.


Il discorso del prefetto Alessandro Giacchetti

Oggi, 27 gennaio, si celebra in tutta Italia, come in altre parti del mondo (ad esempio Germania, Gran Bretagna), il "Giorno della Memoria", in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

In questa ricorrenza su tutto il territorio nazionale vengono organizzati incontri, cerimonie di rievocazione dei fatti e momenti comuni di riflessione, per mantenere viva la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia dell’Europa e del nostro Paese, allo scopo di scongiurare il ripetersi di simili eventi.

Conoscere e ricordare la Shoah può essere di valido aiuto per meglio comprendere le ramificazioni del pregiudizio e del razzismo; per realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni differenti; per creare, infine, attraverso la valorizzazione delle diversità, una società realmente interculturale.

Facendo emergere le pericolose insidie del silenzio di fronte all’oppressione, il ricordo della Shoah permette anche la maturazione nei giovani di un’etica della responsabilità individuale e collettiva.

Il "Giorno della memoria" è stato istituito con la legge 211 del 20 luglio 2000, al fine di ricordare, da una parte, la data (27 gennaio 1945) dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz e commemorare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione, la deportazione, la prigionia e lo sterminio dei cittadini ebrei.

Dall’altra, tutti coloro che si opposero al progetto di genocidio, non esitando a salvare altre vite e a proteggere in condizioni difficili i perseguitati, anche mettendo a rischio la propria esistenza.

Ricordo il sublime esempio di eroismo del vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valor militare, fucilato dalle SS a soli 22 anni alla Torre di Palidoro, per salvare la vita a 22 ostaggi e gli oltre 400 italiani insigniti dell’alta onorificenza israeliana di Giusto tra le Nazioni.

Tra questi sono onorato di menzionare il questore reggente di Fiume Giovanni Palatucci, medaglia d’oro al merito civile, che salvò circa 5000 ebrei dalla deportazione, prima di morire all’età di 36 anni a Dachau.

Il primo novembre 2005 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita a New York, ha aderito alla celebrazione della ricorrenza chiedendo agli Stati membri di "mettere a punto programmi educativi per scolpire nelle memorie delle generazioni future gli insegnamenti dell'Olocausto, per aiutare a prevenire gli atti di genocidio".

Qualche giorno fa, il presidente della Repubblica in occasione dell’inaugurazione a Verona di un monumento che ricorda le vittime del nazismo e del fascismo, ha ribadito “il dovere di una comune memoria esige un esercizio continuo ed è la condizione necessaria per meglio comprendere le grandi questioni dell’Italia contemporanea e per tramandare ai giovani la storia, gli ideali e i valori che hanno costituito il fondamento della democrazia repubblicana".

Conoscere il passato anche quando questo riporta a dolorosi ricordi, è operazione indispensabile per consegnare alle giovani generazioni il messaggio che certi errori della storia non devono mai più ripetersi.

Come ammonisce Primo Levi (prigioniero di Auschwitz dal 26 febbraio 1944 al fatidico 27 gennaio dell’anno successivo) le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare”.

Distante solo pochi chilometri da Cracovia, Auschwitz fu il più grande campo di sterminio.

Il 27 gennaio del 1945, verso le tre del pomeriggio, truppe sovietiche liberarono il campo.
Vi trovarono solo 7mila persone, ridotte a larve umane: la “ fabbrica della morte” aveva distrutto fino a quel giorno, secondo varie fonti, da 1 milione e 300mila a 1 milione e 500mila vite umane (un milione di ebrei).

I nazisti perseguitarono, oltre agli ebrei, anche zingari, serbi, testimoni di Geova, omosessuali, oppositori al regime di tutte le nazionalità, delinquenti abituali, slavi, malati di mente, disabili, mendicanti e vagabondi.

Ad Auschwitz, su un padiglione che commemora i 40mila italiani internati nel campo, vi è scritto “Fa' che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme né domani né mai” (Primo Levi).

Si procede alla consegna delle medaglie d’onore conferite ai sensi della legge 27dicembre 2006 n. 296 e del D.P.R. 18 aprile 2008, quale risarcimento soprattutto morale, dovuto ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, ed ai familiari dei deceduti.

Con la concessione della “medaglia d’onore”, la Nazione non ha la pretesa di compensare la tragedia subìta dai nostri connazionali, con la destinazione ai campi di lavoro coatto, con la privazione della libertà ed con i patimenti ai quali furono esposti durante la loro detenzione nei lager.

Il proposito della legge è invece quello di dare, con un atto di indubbio valore morale, un segno di altissimo apprezzamento nei confronti di coloro che, in un periodo estremamente doloroso, seppero dare una prova inconfutabile di attaccamento ai valori nazionali, di altissima dignità umana e di sublime solidarietà civile.

Purtroppo molti di loro non sono più in vita, esistono però i familiari, che non hanno sicuramente dimenticato gli atti di fierezza compiuti e le sofferenze stoicamente patite dai loro congiunti, appresi dalle narrazioni che questi a suo tempo fecero.

Far coincidere la consegna delle medaglie d’onore con il “Giorno della Memoria” è un’occasione importante, perché consente un incontro fra generazioni, fraternamente unite nel segno della continuità dell’ideale della Patria.

La trasmissione della memoria fra le generazioni è un dovere morale a cui non possiamo e non dobbiamo sottrarci, se realmente vogliamo costruire un mondo migliore.


Elenco degli insigniti delle medaglie d'onore

BANDINI FRANCESCO
Montalto di Castro

CRETA NESTERO
Deceduto
Ritira
Gallese

FINOCCHI ALTIPIO
Montalto di Castro

GALIZI DOMENICO
Blera

LANCIONI GIUSEPPE
Deceduto
Ritira
Tuscania

MORAGLIA BRUNO
Deceduto
Ritira
Viterbo

OTTAVIANI VITTORIO
Villa S. Giovanni in T.

PAIOLO ANTONIO
Deceduto
Ritira
Viterbo

PAPACCHINI ADELIO
Deceduto
Ritira
Canino

PAPAROZZI MARIANO
Deceduto
Ritira
Canepina

SANTELLA ANTONIO
Deceduto
Ritira
Blera

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