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Viterbo - Provincia - Il consigliere dell'Udc scrive al presidente Mazzoli
Bigiotti: "Non ci sono più le condizioni per un rimpasto"
Viterbo - 2 gennaio 2009 - ore 15,15

Il consigliere Franesco Bigiotti
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Riceviamo e pubblichiamo - Caro Alessandro,

ho appena letto il resoconto della tua conferenza stampa di fine anno, credo che sia necessario fare alcune precisazioni ed un brevissimo commento ad alcune cose da te dette e che sinceramente non ho gradito.

Questo mio intervento vuole essere un contributo di chiarimento a titolo assolutamente personale, nulla dunque di concordato con il partito al quale riferirò queste mie considerazioni al prossimo incontro ufficiale della direzione.

Durante i primi giorni di novembre, caro Alessandro, convocasti una conferenza stampa per palesare la volontà di aprire le porte della tua maggioranza all'Udc.

Questa disponibilità fu ben interpretata dal mio partito che gradì l'apertura e, in maniera unanime, diede mandato esplorativo al sottoscritto ed agli amici Santucci e Lucidi.

Il 28 novembre ci incontrammo nel primo pomeriggio nel tuo ufficio di presidenza, in quella occasione mettemmo sul tavolo, in maniera credo leale ed onesta, le richieste che il nostro partito aveva ritenuto di mettere preventivamente alla base di qualsiasi altro futuro discorso.

Le premesse erano sostanzialmente queste: azzeramento dell'attuale giunta; disponibilità a recepire un nostro programma di governo cercando una sintesi con il tuo; preparazione del prossimo bilancio di previsione concertato con il nostro gruppo e, infine, la consapevolezza reciproca che ogni eventuale accordo si sarebbe dovuto intendere, esclusivamente, come patto di fine legislatura e mai e poi mai come propedeutico ad eventuali intese politico-elettorali future

Poche cose ma chiare e precise, questo è ciò che l'Udc ha ritenuto di mettere alla base di qualsiasi futura discussione.

Leggo, per la verità con sorpresa, che in conferenza stampa tu definisci, in modo a mio avviso offensivo, le legittime richieste dell'Udc come "paletti e condizioni preventive"; verifico che sul bilancio sono state fatte, ultimamente, pesanti variazioni (vedi storno, per il terzo anno consecutivo, dei tre milioni di euro per realizzazione del nuovo liceo scientifico); vengo a sapere, da fonti molto ben informate, che il prossimo bilancio di previsione è praticamente già stato predisposto nelle sue linee principali.

Alla luce di tutto questo di cosa altro vogliamo parlare?

Se ben ti ricordi, al termine di quella riunione ci dicesti che in due o tre giorni avresti sentito la tua maggioranza ed al massimo in sette giorni avresti dato una risposta precisa al nostro partito.

Da quel quel pomeriggio di giorni ne sono passati non sette ma quaranta, purtroppo nemmeno una telefonata di circostanza che in questo caso avrebbe voluto significare, se non altro, un po' di cortesia.

I maligni in questo caso direbbero che questa si chiama mancanza di rispetto, io che maligno non sono interpreto questo silenzio, troppo lungo, in altro modo.

A mio modesto avviso la motivazione di questo lungo silenzio è da ricercare nella chiara mancanza delle condizioni politiche all'interno della maggioranza e della capacità dello stesso Partito Democratico di saper dare risposte concrete ed univoche.

Infatti se Rifondazione ha posto delle motivate e legittime obiezioni all'ingresso dell'Udc, non altrettanto ha fatto il Pd che, evidentemente troppo frammentato in correnti con distinti interessi, non è riuscito a trovare un sinstesi ottimale.

Devo concludere, ricordando che parlo a titolo strettamente personale, che le condizioni per uscire da questa situazione di evidente stallo non ci siano più.

Non si può consentire, con il pretesto di questo "rimpasto", che questa amministrazione non produca più nessun provvedimento, di cose da fare ce ne sono tantissime e sono tutte bloccate ormai da mesi, un solo consiglio negli ultimi sei mesi, l'attività delle commissioni è praticamente paralizzata.

Il mio consiglio dunque (sempre a titolo personale), visto che i numeri in Consiglio provinciale per governare ci sono, è quello di riprendere l'attività amministrativa con determinazione ed incisività perché il nostro territorio ha bisogno di molte risposte urgenti.

Credimi, caro Alessandro, nel mio partito non si stanno facendo i salti di gioia per entrare nella tua giunta, la nostra disponibilità era solo in funzione del bene del territorio.

Se, come pare, le condizioni per questa operazione non ci sono, amici come prima, continuiamo tranquillamente come fatto fino ad ora, la nostra continuerà ad essere una opposizione leale e costruttiva come è stata fino a oggi, proporremo idee e progetti, contesteremo ciò che non condividiamo, continueremo a fare, in sintesi, solo ed esclusivamente ciò che ogni politico, onesto e corretto, dovrebbe sempre fare.

Francesco Bigiotti

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