:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
     
   
Viterbo - Interviene Fabio Turco, segretario generale Filca Cisl
"Sicurezza sul lavoro, dobbiamo portare a casa risultati"
Viterbo - 30 gennaio 2009 - ore 21,00

Riceviamo e pubblichiamo - Abbiamo partecipato e condiviso l’impegno della manifestazione di Viterbo con amore di qualche giorno fa, dedicata alla questione della sicurezza nei posti di lavoro.

Tanto più sottolineando la circostanza di veder riaffacciarsi nel panorama culturale un impegno, un lavoro che guarda alla realtà sociale, che coniuga impegno artistico e passione civile.
Un cinema “politico”, nell’accezione più letterale del termine. Se ne sentiva la mancanza.

Così come penso siano assolutamente condivisibili le riflessioni fatte dal segretario generale della Cgil Perinelli, ritenendo tale manifestazione utile e opportuna.

Dal nostro osservatorio di categoria, in prima linea quotidianamente su questo tragico versante della condizione del lavoro, registriamo purtroppo la distanza tra sforzi e risultati.

La fragilità del tessuto produttivo – fatto nella nostra realtà di piccole e piccolissime imprese nei settori statisticamente più a rischio – edilizia e agricoltura – impongono una attenzione e soprattutto una strutturazione della rete di monitoraggio e intervento inversamente proporzionale.

Oltre le solidarietà verbali servono fatti concreti, che spostino in avanti realmente lo stato delle cose. La prima delle quali è l’adeguamento della capacità di controllo e verifica dell’applicazione delle norme.

Se l’inadeguatezza delle risorse disponibili si risolve nella sostanziale inefficacia di tale azione, considerato che concretamente può rivolgersi ad una percentuale infinitesimale delle realtà produttive, tale da essere considerata una eventualità altamente improbabile- si tiene aperta la porta alla pratica dell’impunità.

Nell’efficacia di qualsiasi norma l’equilibrio tra le diverse azioni (prevenzione, monitoraggio, controllo e repressione) è la condizione imprescindibile. Se una di queste è carente si aprono buchi vistosi.

E in materia le conseguenze non sono solo l’epilogo più tragico – la morte bianca – quella che va a finire sulle cronache, con il corollario di verbose esecrazioni.

E la miriade di danni permanenti? Consigliamo a molti di leggere la tabella indennizzi Inail, quell’elenco di parti anatomiche e di funzioni fisiche compromesse, quella contabilità di menomazioni percentualizzata asetticamente.

Pensate poi che un risarcimento monetario parziale, due/trecento euro di rendita, cancellino il danno fisico e quello della perdita di un mestiere, di una fonte di reddito.

E che pensate che qualcuno chiamerà questo lavoratore a svolgere mansioni diverse? E quando? E chi? Diventa un morto civile.

Coerenza vorrebbe che a costoro fosse garantito un percorso orientato a un collocamento utile. Non è così nei fatti.

Ma se non possiamo che registrare comunque positivamente attenzioni e sensibilità, che magari non producono nell’immediato una evoluzione positiva, contribuiscono almeno a tenere alta l’attenzione, noi – il sindacato – facciamo un altro mestiere..

Noi dobbiamo portare a casa risultati. Allora io dico: se la Asl ha un servizio sottodimensionato rispetto all’organico standard e se ancora la realtà territoriale reclama invece un dimensionamento ancora più pervasivo, con la Asl , e la Regione – dobbiamo aprire una vertenza, individuare con puntualità gli obiettivi concreti, avere quindi una piattaforma e aprire una trattativa, sostenendola con gli strumenti di pressione e mobilitazione propri del nostro ruolo. E non smetterla finchè non portiamo a casa un risultato, vero.

Piantiamo una tenda, un presidio permanente, una postazione simbolica di una vertenza aperta, un centro visibile e vissuto di un impegno articolato sotto la Cittadella della Salute, e non ci muoviamo finché non approdiamo a un risultato che il giorno dopo migliori davvero la situazione nei cantieri, nei posti di lavoro.

So che non elimineremo la questione, so che dovremo poi ancora rimetterci mano, controllare che eventuali risultati non vengano disattesi, dispersi, spostare poi ancora più avanti i termini della questione.

E’ la dinamica negoziale, conflittuale e rivendicativa, che legittima la nostra funzione, di fronte ai lavoratori in primo luogo e nella società.

E’ l’esercizio radicale e autonomo di questa funzione che ci consente di alzare la voce anche nei confronti di una politica chiamata ad essere più coerente, a misurarsi qualche volta con la distanza effettiva tra annunci fatti.

Io , noi della Filca, siamo intenzionati a cambiare passo. Chiediamo a tutti di vederci, concordare una linea e un percorso, e provarci insieme.

Fabio Turco
Segretario Generale Filca Cisl Viterbo

Copyright 2008 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564