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Viterbo - Provincia - Allargamento della maggioranza - Pompei scrive al segretario dell'Udc
A Gianmari', ma quanno la smettemo...
Viterbo - 31 gennaio 2009 - ore 14,30

Erino Pompei
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Riceviamo e pubblichiamo la seconda lettera di Erino Pompei, dal suo isolamento all’interno dell’Udc provinciale, al Commissario Gianmaria Santucci -

Carissimo Gianmaria,
nel primissimo pomeriggio di oggi 30 gennaio 2009, ho ricevuto dalla segreteria provinciale la comunicazione dell’annullamento della direzione Provinciale prevista per oggi, a seguito di nuovi sviluppi in atto all’interno della situazione di crisi della amministrazione provinciale e, penso, del rinvio del consiglio provinciale di lunedì 2 febbraio, nel corso del quale avrebbe dovuto aver luogo la definizione ultima dei nostri rapporti con la maggioranza.

Mi è apparso subito poco chiaro il motivo del rinvio della seduta della direzione, anche perché approfondire subito la reale situazione in cui si dibatte il governo della Provincia, comprendere con maggior obiettività le lacerazioni provocate da rese dei conti al suo interno, avrebbe potuto contribuire non poco a far prendere all’Udc la posizione più giusta nell’attuale panorama politico provinciale.

L’annullamento di fatto, annunciato dalla stampa provinciale, della seduta del consiglio provinciale del 2 febbraio e la successiva quanto tempestiva comunicazione dell’annullamento della nostra direzione, preannunciano una nuova fase di trattative con il Pd in procinto di essere abbandonato da Rifondazione, fase che, stando a notizie di pochi giorni fa, era prospettata come chiusa negativamente, o devono essere considerati le esequie dell’attuale maggioranza di palazzo Gentili e l’abbraccio fra Udc e Udeur?

Confesso di sentirmi, oltre che isolato, confuso.
Se la riflessione dovesse riguardare la seconda ipotesi, che motivo c’era di rinviare la direzione?

Se, come temo, il rinvio della direzione Udc comporta il gettare un nuovo ponte di barche alla prosecuzione del colloquio con questo Pd, in procinto di isolamento a sinistra e profondamente contaminato da teorie diverse da quelle allo stesso connaturali e da personaggi provenienti dalla vecchia Dc o, peggio, da Forza Italia o dal Msi, la mia posizione, pur isolata come ami dire, non può che essere dissociata da una nuova fase di rapporti preliminari con la fallimentare maggioranza di Palazzo Gentili.

“Pacta servanda sunt”, caro Gian Maria e il 2 febbraio, come abbiamo stabilito, deve rappresentare la data invalicabile e la chiusura di ogni trattativa.
Sono convinto di non essere tanto solo a pensarla così.
Con affetto.

Erino Pompei

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