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Viterbo - Lago di Bolsena - La società che gestisce la depurazione delle acque è a corto di soldi
Il Cobalb rischia di affondare
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 31 gennaio 2009 - ore 15,30

- Il Cobalb in questi anni è diventato un fiore all’occhiello del territorio. Una nave scuola. Che adesso rischia seriamente d’affondare. Perché lasciata senza carburante, ovvero fondi.

La società che gestisce la depurazione delle acque al lago di Bolsena lancia l’sos. Con i pochi soldi ancora in cassa si va avanti fino a maggio. E poi?

Una situazione difficile, denunciata dal direttore Massimo Pierangeli e dal presidente Olivastri. Soldi non ne arrivano più perché Cobalb avrebbe dovuto confluire in Talete.

Così ancora non è stato. Una vicenda squisitamente politica. I soci, ovvero i sindaci dei comuni che ne fanno parte, non sono tutti d’accordo.

Ma il problema politico non è in discussione. La vicenda è squisitamente tecnica. “Se si rompe un tubo – spiega il direttore Pierangeli – si ripara o se non si hanno i soldi, l’acqua continua a fuoriuscire”. Al massimo uno spreco.

“Cosa diversa – osserva – è se Cobalb non è più nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro”. Le pompe si fermano. S’inquina il lago.

“Per questo facciamo appello alle istituzioni – continua Olivastri – perché si facciano carico del problema. Questa è una spa. Se domani entravamo in Talete, il problema non si poneva. Ma i tempi sono lunghi, la società idrica ha i suoi problemi”.

E il Cobalb, ovvero il territorio del lago, ovvero i cittadini, ovvero le attività economiche legate al turismo, rischiano. “Noi siamo una società sana - continua Pierangeli – non vogliamo gravare con mutui che potremmo accendere per proseguire l’attività, ci aspettiamo attenzione da parte degli enti preposti, la Regione deve considerare il valore di Cobalb, quello che rappresenta per il territorio.

Mantenere pulito il lago, significa preservare un bene naturale e garantire futuro economico a molti”.

Negli anni i contributi Cobalb se li è visti ridurre. Dai 774mila euro del 2005 al 500mila del 2006. Mentre devono ancora avere dalla Regione, i soldi del 2007, 330mila euro. Ovvio che poi i problemi ci sono.

La società si è ridotta a dare solo la normale amministrazione. Ci sono 120 pompe che alimentano il sistema di depurazione.

“Con il piano industriale abbiamo garantito il ricambio nel triennio – ricorda Pierangeli – ma oggi se se ne rompe una, non si può sostituire. Si inquina il lago. Perché non siamo nelle condizioni di pianificare”.

Prima che sia emergenza, Cobalb lancia l’allarme. E se dovesse confluire in Talete, resta la richiesta d’attenzione per una società che svolge un ruolo essenziale.

Mantenere la struttura tecnica così com’è. Che si chiami ancora Cobalb, Talete o Pietro.

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