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- La fondazione c’è, ma non è di Ugo Sposetti. Anche se è lui, in qualità di tesoriere Ds, che in tutta Italia le ha volute e tenute a battesimo.

“Per preservare la nostra storia – ricorda – e il nostro patrimonio”. Il 2009 per Sposetti si apre così. Parlando di fondazioni. “Che con la politica non hanno niente a che fare – precisa in un incontro – e io non faccio parte di nessuna fondazione”.

Circa 55 quelle sparse in tutta Italia, compresa quella di Viterbo e ancora ne mancano all’appello tre o quattro. “C’è l’esigenza – spiega Sposetti – di non disperdere sessant’anni di storia. Una quantità enorme di materiale sparso tra le federazioni e le sezioni di tutta Italia, che va archiviato. Il valore storico e culturale è rilevante. A Viterbo è stato dato in comodato all’Archivio di Stato”.

Uno Sposetti particolarmente sereno spazza via i dubbi. Di suo, dichiara solo l’appartenenza a un partito, a una storia da preservare. “Abbiamo censito 2400 immobili – continua Sposetti – in tutta Italia. La situazione era complessa perché facevano capo, da una parte all’altra a soggetti diversi. Ho girato lo stivale in largo e lungo in negli ultimi due anni”.

A Viterbo la sede dei Ds in via Genova è passata alla fondazione, mutuo compreso.

Gestire per proprio conto i beni potrebbe essere interpretato come un accordo prematrimoniale per la separazione dei beni con la Margherita.

“Con loro – ricorda – abbiamo chiarito tutto dall’inizio, non hanno un grosso patrimonio, sono due realtà non sovrapponibili”.

Le fondazioni, che hanno come da statuto il compito di preservare, ma non vendere i beni, sono formate da un comitato d’indirizzo i cui membri restano a vita salvo sostituzioni e un consiglio d’amministrazione (in carica per tre anni) che nomina il presidente.

Un modello che è piaciuto anche a destra. E Sposetti lo dice non senza una punta d’orgoglio.

“Sono stato chiamato – conclude - da esponenti di Alleanza Nazionale. Copieranno il nostro modello, anche se per loro è tutto molto più semplice”.