Riceviamo e pubblichiamo - Non credo ci sia molto da aggiungere, riguardo ai contenuti, allo splendido intervento del maestro Stefano Vignati.

Tuttavia mi sembra opportuno fornire una testimonianza sul concerto di Capodanno al quale ho partecipato, anch’io in compagnia di amici e parenti.

Infatti, stando agli articoli apparsi su Tusciaweb, eccezion fatta per quello di Azione Giovani, potrebbe sembrare che la maggioranza degli spettatori non abbia gradito né le letture, né la “troncatura” della marcia di Radetzky.

In realtà il concerto, che ha destato gli animi ed è motivo di discussione tuttora tra i viterbesi, è piaciuto molto.

Innanzitutto per il programma musicale che, sganciandosi da un canovaccio esclusivamente “straussiano”, ha proposto brani di ben più grande valore artistico, eseguiti magistralmente, anche se, come è stato puntualizzato, l’organico era ridotto.

Riguardo agli intermezzi narrati, anch’essi sono stati graditi e non sono assolutamente sembrati volgari: erano semplicemente adatti all’atmosfera di allegria che deve caratterizzare il Capodanno.

Se un appunto si può fare, è sull’eccessiva durata del racconto sul viaggio in aereo.

Infine, riguardo alla marcia di Radetzky, i pareri sono stati unanimi e di approvazione.

Alcuni non conoscevano la storia e hanno apprezzato la spiegazione e quindi la scelta.

Altri erano da tempo consapevoli dell’indecenza dell’esecuzione di quel brano.

Questo sì, era veramente assurdo e inconcepibile, come assurdo e inconcepibile è stato vedere qualche isolato individuo non alzarsi durante l’Inno Nazionale.

D’altronde, quando si è in grande minoranza, si tenta di fare il maggior frastuono possibile per farsi sentire o far credere di essere meno soli.

Ovviamente quanto scritto è soltanto la mia opinione e quella delle persone con le quali ho assistito al magnifico concerto o con le quali ho avuto l’opportunità di parlare di questo argomento.

Però, come ho già precisato, non volevo che i lettori avessero soltanto un’opinione negativa su un bellissimo concerto.

Giada Menichini