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La Grassini infuriata |
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- Le elezioni sono passate, ma nel Pdl (quota An) scoppia la guerra delle preferenze. Non quelle ricevute, ma quelle mancate, quelle che non sarebbero arrivate a Potito Salatto.
Nella Tuscia, il gruppo di Alleanza Nazionale sosteneva essenzialmente due candidati, Marco Scurria (Rotelli, Gabbianelli, Meroi) e Roberta Angelilli (Laura Allegrini, Gabriela Grassini).
Poi c'era Potito Salatto, portato a Viterbo città da Gabbianelli e Claudio Taglia e che a Roma è in quota Gianni Alemanno.
I due gruppi viterbesi si erano entrambe impegnati a fargli avere preferenze, ma qualcuno non lo avrebbe fatto con troppo entusiasmo. Si doveva chiedere la doppia preferenza. Per il proprio e per Salatto.
Facile a dirsi, difficile a farsi.
Perché non è andata proprio così e nel partito c'è chi sta facendo i conti. Se Roberta Angelilli ha superato quota novemila preferenze e Salatto ne ha ottenute la metà, chi sosteneva la prima non altrettanto ha fatto per il secondo. Così dicono.
E per suffragare la tesi, fanno l'elenco dei comuni dove sono arrivati meno voti. Pare che Alemanno non abbia molto gradito.
Tutti e tre alla fine ce l'hanno fatta e sono stati eletti. Salatto compreso. Ma il chi ha sostenuto chi è diventato terreno di scontro dentro An. E non è il solo.
In quella che fu An, la tensione è alta. Il botta e risposta Contardo - Grassini è solo un esempio.
C'è il fronte amministrative. Alla Grassini imputano d'avere praticamente azzerato il numero di sindaci in quota An. Erano sei, ne restano un paio.
I conti non tornano e non basterà una calcolatrice a sistemare la situazione.