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Viterbo - Contestata la legge regionale
Laziodisu, gli studenti: Vogliamo una rappresentanza
Viterbo - 16 giugno 2009 - ore 1,00

Riceviamo e pubblichiamo - L'assemblea studentesca di ateneo, indetta dalle rappresentanze studentesche in Consiglio di Facoltà dell'Università degli Studi della Tuscia, in occasione della elezione dei rappresentanti degli studenti in Consiglio di Amministrazione dell’Ente pubblico dipendente per il diritto agli studi universitari del Lazio, Laziodisu, che si terrà il giorno 17 giugno, fatto il punto della situazione politica e discussa la legge L.R. 07/2008 pubblicata sul Supplemento ordinario n. 75 al “Bollettino Ufficiale” n. 24 del 28 giugno 2008 che regolamenta l'Ente, ha ritenuto opportuno manifestare tutto il suo dissenso e la sua disapprovazione nei confronti di tale legge, a causa della quale ci troveremmo nell’impossibilità di contare sui nostri rappresentanti, situazione comune a quella di altri due o tre atenei pubblici Regionali.

La nuova normativa, infatti, riduce drasticamente la rappresentanza studentesca in Consiglio di Amministrazione, non permettendo neppure la rappresentanza minima di uno studente per ateneo, ciò significherebbe che tra le Università Statali nella regione Lazio, La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Tuscia, Cassino, sarebbe quasi improponibile avere una propria rappresentanza, a causa del sistema elettorale indiretto, con peso proporzionale riferito al numero degli iscritti dell'ateneo.

I rappresentanti degli studenti nei Consigli di Facoltà della Tuscia si preparano ad attivare una campagna di informazione, di cui questo sarà il primo documento e, in unione con gli altri atenei si individueranno forme di dissenso e di contrasto, tra cui la non partecipazione del nostro rappresentante in Senato Accademico alle votazioni per il Consiglio di Amministrazione di Laziodisu.

Oltretutto, non condividiamo il “modello-impresa” che si vuole applicare all'ente. Al di là del nostro disseso in merito a tale modello gestionale, risulta evidente un vizio di forma ascrivibile alla mirata limitazione della rappresentanza studentesca in Consiglio di Amministrazione, quota attiva e centrale “dell'impresa” Laziodisu e Università.

Ci domandiamo se l’applicazione del modello gestionale dell'impresa, deformato per garantire gli equilibri e le varie gerarchie agli enti pubblici, Statali o Regionali in ugual misura, non sia lo stesso modello tanto voluto dall’attuale governo e altrettanto criticato anche dall’opposizione di centro-sinistra.
E’ proprio questa analogia che ci lascia ancora più perplessi.

Riconosciamo che alcuni miglioramenti siano stati ottenuti, se non altro in termini di riduzione dell'eccessiva burocratizzazione che, sempre più spesso, paralizza gli enti pubblici, crea sperpero di fondi e trasforma queste istituzioni in parcheggio e torta dei partiti.

Non possiamo accettare, però, il metodo e il messaggio con cui, in nome di una fantomatica efficienza, si taglia sulla rappresentanza e la democrazia in enti centrali come quello per il diritto agli studi universitari.

Chiediamo che almeno un rappresentante per ateneo statale sia presente nel Consiglio di Amministrazione di Laziodisu; crediamo che il modo per risparmiare possa essere individuato in altri settori, partendo proprio da una riduzione dei compensi che spettano ai membri dello stesso Consiglio di Amministrazione e sostituendo parte degli incentivi economici con incentivi morali.

Per concludere esprimiamo la nostra totale contrarietà alla partecipazione delle “Università non statali legalmente riconosciute, gli istituti universitari, le istituzioni di alta cultura..” (legge L.R. 07/2008, art. 8 comma 3a) al bando per le borse di studio e alla loro partecipazione nell'amministrazione di un ente pubblico; pretendiamo un maggior impegno dello Stato ad investire risorse sempre crescenti, da destinare principalmente agli enti di ricerca e formazione per creare in essi le eccellenze, allo scopo di rimanere al passo con gli altri paesi europei, che da molti decenni investono sulla ricerca con grande successo e tenacia .

Crediamo inoltre che l’esistenza di enti ed università private sia auspicabile, in quanto simbolo della pluralità della cultura, ma non riteniamo giusto che tali enti, accessibili solo da quella parte della popolazione economicamente più agiata, siano finanziati con denaro pubblico, specialmente in un periodo, come quello attuale, in cui l’istruzione pubblica è uno dei settori che più paga in Italia la crisi economica mondiale.

A tale proposito vorremmo citare la Costituzione che all’ Articolo 33 del Titolo II, Rapporti Etico-Sociali, recita […] Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato. […]


I rappresentanti degli studenti

Angela Abbadessa Davide Dell’Unto Andrea Rabbai
Francesco Capitummino Federica Giarruzzo Marco Vaccari
Francesca Rizzo Mario Mengoni
Maria Francesca Zozzi Elisa Passabì
Guido Bertani Iacopo Dabbeni
Martina Cerreti Fabio Martinelli

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