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Viterbo - Il sindaco Marini: "La vicenda è in capo alla Regione"
"Ipab, il Comune non c'entra"
Viterbo - 18 giugno 2009 - ore 15,45

- Vicenda Ipab, il Comune s'informa.

Come promesso durante l'ultima seduta di consiglio, il sindaco Marini ha chiesto chiarimenti su come si sia arrivati alla cessione delle quote a privati, facendosi consegnare tutta la documentazione dal rappresentante nel cda del Comune.

C'è una lettera del dirigente regionale Boncoraglio al presidente Ipab in cui ricorda che la costituzione da parte dell'Ipab con i privati (Giomi Spa) di una società per azioni con capitale a maggioranza pubblico (51%), contravveniva l'articolo 28 di una legge che regolamenta le Ipab.

Chiedendo una relazione anche sulle iniziative da intraprendere, citando come esempi o la denuncia alla Corte dei Conti o un piano di dismissione delle quote.

Cosa quest'ultima è che poi è stata fatta, cedendo alla Giomi le quote (sottoscritte nel 2002 per 51mila euro) per una cifra che si avvicina al milione e ottocentomila euro.

Un bel guadagno, che con tutta probabilità sarà reinvestito nella struttura. Nonostante questo, ne è nato un caso, in cui anche il Comune di Viterbo è stato chiamato in causa.

“Ma non vedo a che titolo – osserva Marini – è una vicenda che è in capo alla Regione e noi con rispetto la osserviamo. Quello che faremo è capire bene come saranno spesi i soldi incassati. Siamo certi che sarà fatto nel modo corretto, ma lo vogliamo sapere.

Non mi pare che nel 2002, quando è stata fatta l'Ipab, l'amministrazione comunale abbia avuto voce in capitolo. Oggi accade la stessa cosa”.

Il resto, è politica. “Tutto nasce dalla Regione – continua Marini – se volevano o meno fare questa operazione. Tra l'altro, mi si dice che qualcosa di analogo sia già stato fatto a Rieti”.

Insomma, si è trattato di un corto circuito. In consiglio comunale, però, Ugo Sposetti (Pd) ha fatto notare come il Comune abbia avuto un ruolo importante nella cessione delle quote ai privati.

La presenza del suo consigliere ha mantenuto valida la seduta.

“Di che stiamo parlando – si domanda il sindaco – non l'avrebbero fatta in quell'occasione, ma alla successiva. Mi sa che qualcuno parla con me, ma si vorrebbe rivolgere alla suocera”.

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