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Viterbo - Sei giovani musicisti e il loro maestro ospitati dall’associazione Juppiter nella struttura della Provincia
Dal conservatorio dell’Aquila alla casa di San Martino per continuare a studiare
Viterbo - 19 giugno 2009 - ore 17,30

- Sono arrivati domenica scorsa e partiranno domenica prossima. Sono sei ragazzi – ma soprattutto giovanissimi studenti – che frequentano il conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, classe di mandolino.

Dopo il terremoto che ha reso inagibile la struttura abruzzese, in questo periodo hanno avuto la possibilità di continuare a svolgere le loro lezioni, accompagnanti dall’insegnante Fabio Giudice, grazie all’accoglienza della Juppiter nella casa di San Martino al Cimino, ovvero le ex colonie della Provincia che l’associazione gestisce insieme a Eta Beta.

Oggi per il presidente della giunta, Alessandro Mazzoli, e quello della Juppiter, Salvatore Regoli, è stata l’occasione di un incontro speciale, con tanto di esibizione da parte dei giovani musicisti e del loro maestro a base di bolero e tarantella. “Avevamo promesso – dice Regoli – che la struttura sarebbe servita a far sì che i ragazzi trovassero un posto di serenità ed educazione. Un percorso, questo, in cui la musica risulta fondamentale. All’Aquila hanno vissuto un’esperienza drammatica, qui sono potuti tornare a impegnarsi in ciò che amano. E’ stato un piacere ospitarli”. Regoli ha inoltre portato a tutti i saluti di don Antonio Mazzi.

Otto giorni di studio, ma non solo, per i sei giovani, il più grande dei quali ha 18 anni. “Incontrare il maestro e i ragazzi, oltre che un vero piacere – continua Mazzoli – è stata anche una bellissima esperienza. E’ un’occasione per esprimere loro solidarietà e fargli sentire la nostra vicinanza.

Accoglierli in una struttura che sta lavorando molto e bene, tra le tante cose, come punto di aggregazione ha un significato anche culturale. Nel momento in cui non hanno ancora la possibilità di esprimersi nel loro conservatorio, per noi è stato importante riuscire a far sì che potessero continuare serenamente i loro studi”.

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