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Viterbo - La Slc Cgil difende i lavoratori e attacca l'azienda
"Il postino bionico non migliora la situazione"
Viterbo - 19 giugno 2009 - ore 17,30

Riceviamo e pubblichiamo - È partita per il recapito di Viterbo la sperimentazione dei palmari ai portalettere.

Questi apparati, già sperimentati in altre regioni hanno portato dei miglioramenti sia ai lavoratori che ai clienti/utenti.

Ma evidentemente Viterbo è una provincia maledetta, o come diciamo noi, gestita molto male dall’azienda.

I cittadini di Viterbo si stanno ormai, purtroppo, abituando a vedersi consegnare la posta in modo molto saltuario e nonostante le proteste non vedono nessun miglioramento, anzi se possibile si và di male in peggio.

Non è inusuale, passeggiando per il cpd di Viterbo vedere gli scaffali dei portalettere ormai nascosti dalla quantità enorme di corrispondenza giacente.

Ma la colpa non è dei lavoratori.

Mediamente, nonostante l’Azienda parla di “eccesso” di personale, le zone che rimangono a terra perché non c’è fisicamente il portalettere possono arrivare anche ad 11 al giorno, e questo per intere settimane.

Considerando che a Viterbo ci sono 39 zone di recapito si fa presto a capire perché la corrispondenza arriva a singhiozzo.

Nonostante infatti gli accordi sul recapito prevedevano determinati standard di qualità determinati dalla obbligatorietà di sostituire il personale assente per infortunio, lunghe assenze per malattia, inidoneità e maternità, con altro personale, l’azienda preferisce far rimanere scoperte le zone piuttosto che rispettare gli accordi.

Ora i portalettere sono stati dotati di palmari che pur facilitando alcuni servizi di preparazione ed espletamento del servizio di recapito non possono certo risolvere il problema della carenza di personale.

Inoltre, cosa altrettanto grave, perché riguarda la salute dei lavoratori e nonostante avessimo richiesto rassicurazioni in merito, nessun chiarimento ci è stato fornito per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico a cui, secondo noi, i lavoratori potrebbero essere esposti.

Infatti questi apparati, uno per ogni portalettere, lavorano attraverso un sistema di trasmissione dati WiFi e GPRS (come un telefonino molto evoluto).

Questi apparati vengono connessi simultaneamente al mattino per caricare i dati degli oggetti da consegnare per ogni zona, così come vengono riconnessi al rientro dei portalettere per scaricare i dati sugli ogetti consegnati.

Il tutto viene fatto su 39 apparati contemporaneamente, trasformando dunque i locali cel cpd di Viterbo in un enorme “forno a micro onde”.

Abbiamo chiesto rassicurazioni e la documentazione tecnica per la verifica del rischio “elettromagnetico”, ma ci sono stati pervicacemente negati.

Se non c’è alcun rischio, come dichiara l’Azienda, come mai la documentazione non ci viene fornita ?

Rimane il punto fondamentale: l’innovazione tecnologica è sicuramente necessaria, ma non può recuperare, vista la forte carenza di personale, la qualità che nella nostra provincia sembra essere stata dimenticata da Poste Italiane.

Carlo D’Ubaldo
Segretario provinciale Slc-Cgil Viterbo

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