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Viterbo - La storia in un dvd - Interviene Bini
"Cinipide, il Torymus risolve"
Viterbo - 20 giugno 2009 - ore 13,30

Riceviamo e pubblichiamo - La CoopCast ha diffuso il dvd sul Cinipide del Castagno intitolato “Cinipide: il Torymus Risolve”.

Esso documenta la visita dei castanicoltori dei Cimini presso un castagneto della provincia di Cuneo completamente “secco” nel 2006.

In quell’anno la Comunità Montana del luogo ha lanciato il Torymus Sinensis ed oggi la ripresa vegetativa è valutata da suo proprietari al 60%.

Oggi apprendiamo con entusiasmo che in una riunione semiclandestina presso la Comunità Montana dei Cimini, che ormai da decenni si dimentica spesso di Associazioni e Cooperative di Produttori (vedi inviti alle aste castanificio), dichiaratasi anche all’avanguardia nella lotta al Cinipide mediante Torymus, di quello pregiatissimo ovvero “un parassitoide già sperimentato con successo in Cina”.

Quindi una novità rispetto alla precedente situazione scientifica così descritta da Wikipedia: “In Cina il fitofago è controllato efficacemente da diversi agenti naturali, fra cui rientrano alcuni Imenotteri Calcidoidi Torimidi, compreso il T. sinensis. Nella seconda metà degli anni settanta e agli inizi degli anni ottanta in Giappone è stato attuato un piano d'introduzione del T. sinensis importando alcune migliaia di galle dalla Cina.

I monitoraggi effettuati nel corso degli anni ottanta hanno messo in evidenza che il Torimide si è acclimatato, espandendosi in un territorio più vasto, ma soprattutto ha ridotto drasticamente l'intensità degli attacchi del Cinipide: nei siti monitorati la percentuale d'infestazione, inizialmente del 43%, si è ridotta al 3% alla fine degli anni ottanta e all'1% agli inizi degli anni novanta.

In Italia, al momento, è in fase di studio l'opportunità di introdurre il parassitoide, con la valutazione del possibile impatto ambientale. La preoccupazione, infatti, è che questo parassitoide possa associarsi ad altri Cinipedi galligeni delle querce e interferire con i naturali equilibri che in Europa regolano la dinamica delle popolazioni dei Cinipedi indigeni. Nel 2003 e nel 2004 sono state effettuate le prime prove di lotta biologica introducendo materiale di provenienza giapponese. Le prove hanno dato risultati positivi nel primo anno, tuttavia il secondo anno la parassitizzazione non si è stabilizzata, probabilmente a causa di una mancanza di sincronizzazione fra il ciclo del parassitoide e quello del cinipide”.

Altra novità molto importante e da lodare, anche se anch’essa sconosciuta:

“E’ necessario, quindi, creare delle aree di moltiplicazione del “Torymus sinensis” e per far ciò serve innanzi tutto la collaborazione dei produttori. E la collaborazione tra produttori ed istituzioni ha dato i primi frutti, come dimostrano i risultati presentati giovedì: dallo scorso inverno sono state raccolte circa 150mila galle di Torymus nei vari centri di moltiplicazione. Dalla Comunità montana, quindi, si spinge con forza verso questa direzione, confortati anche dai dati scientifici. I produttori presenti si sono detti ottimisti e hanno dimostrato fiducia per una soluzione che, ad oggi, non appare lontana come negli anni scorsi”.

Se non erriamo, tentiamo calcoli che ci possano iterativamente condurre al valore reale, 150.000 galle per almeno 15 coppie di Torymus vuol dire che la Comunità Montana dei Cimini dispone almeno di 2.250.000 coppie di Torymus: molti di più di quelli necessari stimati per ora in sei coppie ad ettaro per 10.000 ettari ovvero 60.000 coppie; a quando il lancio?

Quindi l’anno prossimo possiamo dire, sulla base di quanto appreso, che dal primo giugno del prossimo anno dalle galle dei nostri castagneti usciranno Torymus e non più Cinipidi.

Angelo Bini

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