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Viterbo - Corso di operatore sociosanitario a San Martino - Interviene Talotta, presidente Fials
"Mancano politiche rivolte al personale"
Viterbo - 22 giugno 2009 - ore 19,00

Riceviamo e pubblichiamo - Quanto accaduto negli ultimi giorni in relazione alla prova di esame per l’accesso al corso di operatore sociosanitario presso Palazzo Pamphili di San Martino al Cimino, porta inevitabilmente ad alcune considerazioni che investono direttamente il contesto sanitario locale e nazionale.

Intanto, come già si è detto, l’inaspettata massiccia affluenza di candidati, altro non dimostra se non la disperata voglia della ricerca di un posto fisso, nel ramo sanitario. Un posto fisso che, quasi di sicuro, non arriverà mai, visto come si continua a tagliare fondi al Servizio sanitario nazionale e regionale, determinando gravi carenze economiche che penalizzano non solo la sanità pubblica ma anche quella privata convenzionata.

Recentemente, si è vista una proliferazione di corsi formativi per gli operatori sociosanitari, quale nuova figura da inserire nell’assistenza sanitaria come supporto alla cronica carenza di infermieri nei presidi ospedalieri e territoriali, senza tener conto che, all'evidente mancanza di operatori specializzati, negli ultimi anni si è fortemente ridotta la spesa sulla salute, cioè, sull’argomento che più dovrebbe essere tutelato a qualsiasi livello.

Pertanto, se non si cambia indirizzo e non si considera tale aspetto della massima importanza, l’oceanica partecipazione di aspiranti operatori sanitari resterà un deprimente esempio di abbagli occupazionali che non potranno risolvere in nessun caso la riduzione di posti letto, la carenza di servizi, di strutture, la chiusura di interi reparti, la sottrazione di risorse umane, le liste di attesa e tanta inefficienza organizzativa.

Si percepisce, sempre di più, la mancanza di una politica rivolta al personale, di quei provvedimenti che, attraverso una spesa più sostanziosa ma anche più oculata, potrebbero invertire l’attuale asfittica situazione sanitaria, riducendone fortemente i punti più critici, a vantaggio di un organigramma infermieristico e di personale di supporto che non presenti carenze e limitazioni operative tutte a danno dei malati e dei loro bisogni.

Il deprimente assalto a Palazzo Pamphili è figlio dell’attuale situazione occupazionale che vede il nostro Paese su posizioni davvero preoccupanti, soprattutto perché, a fronte di un settore, come quello sanitario, ancora aperto a possibilità occupazionali, anziché agevolare l’immissione sul mercato di altri professionisti della sanità, ne intralcia la realizzazione con il blocco delle assunzioni ed il proliferare del “precariato”, quale deplorevole e consolidata abitudine messa in atto nella pianificazione dei Servizi sanitari.

Roberto Talotta
Presidente Fials

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