- Crisi della ceramica nel distretto industriale di Civita Castellana: il 3 luglio se ne tornerà a parlare con il ministero dello Sviluppo Economico.
Dopo le sollecitazioni da parte dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali, il dicastero guidato dal Ministro Claudio Scajola, ha deciso di riaprire il tavolo del confronto.
L’ultima volta si era riunito il 15 aprile e il ministero si era preso una serie d’impegni. Ma da quel momento in poi è calato il silenzio. Nel frattempo la lista delle aziende che hanno chiesto la cassa integrazione è aumentata e i posti di lavoro persi sono quasi raddoppiati.
Questa volta sindacati e imprenditori avranno un sostegno dall’amministrazione comunale di Civita Castellana. "Per quanto ci riguarda – ha detto l’assessore alle attività produttive Alessio Alessandrini - saremo al fianco delle aziende e dei sindacati in questa vertenza. C’è bisogno di chiuderla in fretta con il sostegno del governo per rilanciare la produttività. Il nostro distretto industriale deve tornare il nostro fiore all’occhiello".
Per questo motivo i sindacati di categoria si apprestano ad affrontare l’appuntamento con molta determinazione. "Con la crisi che non accenna a diminuire – ha detto Valerio Pepperosa della Femca Cisl – ci aspettiamo risposte credibili e soluzioni valide. Non c’è più tempo per le chiacchiere". Sulla stessa lunghezza d’onda anche il collega della Uilcem Fabio Ricchiuto. "Tra le nostre richieste – ha fatto notare il sindacalista - vi era quello di ampliare il ventaglio degli ammortizzatori sociali.
Ci aspettiamo su questo tema una risposta precisa e la fine della latitanza del Governo". Francesco Pantaleo della Fialc Cisal non è da meno: "Di proposte valide per sostenere le aziende- ha sottolineato – ne abbiamo messe sul tavolo molte. E’ ora che il governo passi alla fase attuativa".
La delegazione che andrà all'incontro al ministero, è costituita da rappresentanti del Cna, della Camera di commercio, della provincia e del comune di Civita Castellana. E ancora associazioni industriali, Federlazio, i sindacati di categoria e non da ultimo il presidente della Regione Marrazzo.
