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Viterbo - Venerdì 26 giugno
Sciopero della polizia penitenziaria
Viterbo - 22 giugno 2009 - ore 20,30

Riceviamo e pubblichiamo - Le scriventi organizzazioni sindacali con rammarico che comunicano che il giorno individuato dalla direzione del carcere di Viterbo per espletare la festa del corpo della Polizia penitenziaria, sarà lo stesso giorno in cui effettueremo una manifestazione di protesta davanti all’istituto.
Ribadiamo con molto rammarico, perché il giorno che deve essere una festa per gli appartenenti al corpo di Polizia penitenziaria, debba essere utilizzato per dare maggiore risonanza alle nostre rivendicazioni e avvertimenti, fino ad ora disattesi a tutti i livelli amministrativi.

Ci scusiamo anticipatamente come appartenenti al corpo, ma non come sindacalisti, sperando che nell’elencazione delle problematiche, l’opinione pubblica, il sindaco di Viterbo, la Prefettura, il garante dei diritti dei detenuti e tutti quanti hanno a cuore le problematiche del mondo penitenziario, ne individueranno facilmente le motivazioni, che ci spingono a tanto e che rendono ormai l’istituto viterbese non più una bomba a orologeria, ma una bomba alla quale è stata tolta la spoletta di innesco: sta esplodendo.

Probabilmente qualcuno ci accuserà sicuramente di essere guastafeste o addirittura eversivi ma almeno non potrà dirci “voi non l’avevate segnalato!”, il che per un'organizzazione sindacale, voce dei lavoratori, è una delle accuse più gravi.

Per noi la polizia penitenziaria non esiste solo il giorno della festa o meglio del rinfresco, esiste tutto l’anno 365 giorni su 365.

- Area sicurezza: oltre 140 unità di polizia penitenziaria mancanti dall’organico, circa trenta distaccati in altra sede, è necessario ricoprire quattro posti di servizio con un solo agente (e punte di 200 detenuti da sorvegliare) contemporaneamente per andare avanti.
Evidente è l’indebolimento della sicurezza di chi opera e dell’intero istituto. Pensate cosa succederà a luglio e – agosto (piano ferie in corso e calura che aumenta i casi di insofferenza alla detenzione) mesi già di per sé altamente critici negli istituti penitenziari in condizioni normali (e’ del 20 giugno un grave episodio di aggressione da parte di un detenuto nei confronti di ben cinque agenti che hanno faticato non poco per riportare tutto alla calma ed evitare che la situazione degenerasse).

- Il sovraffollamento detenuti è superiore a prima dell’indulto. Oggi oltre 670 (capienza mai raggiunta dall’apertura del carcere di Mammaggialla) detenuti prevalentemente extracomunitari e tossicodipendenti, con problemi psichiatrici, da gestire con personale e struttura inadeguati. Inoltre una buona parte dei detenuti è a regime penitenziario 41 bis e 416 bis associazioni mafiose. Ogni fine settimana assegnano almeno 10 detenuti provenienti da tutta Italia, ad una delle prossime retate locali si dovrà ricorrere ai materassi buttati in terra, non ci sono più posti a livello materiale (tutte le sezioni sono occupate da 50 unità, l’escamotage con cui si sopravvive è quello di ubicare detenuti appena arrivati nelle stanze destinate all’isolamento disciplinare).

- Crisi area sanitaria: il passaggio dal ministero della giustizia alla Ausl della medicina penitenziaria, ha indebolito le professionalità acquisite nel settore e ridotto le prestazioni sanitarie rivolte alla popolazione detenuta.

- Area trattamentale: endemica carenza di figure istuzionali quali educatori, la distenzione degli animi lo stemperare le tensioni e’ per quanto possibile in mano ai volontari e alle associazioni di volontariato che operano dentro gli istituti penitenziari.

Ci preme sottolineare che l’evidenziazione delle ultime due criticità espresse, si tramutano inevitabilmente in situazioni che mettono a rischio l’ordine e la sicurezza dell’Istituto per le quali gli appartenenti al corpo della polizia penitenziaria sono preposti, ma con i numeri dell’organico di Viterbo non ci sono più neanche le condizioni sub minime per operare.

Per questi motivi, i prioritari ma non tutti, chiediamo da subito un intervento da parte di tutte le autorità affinché:

- vengano da subito e per tutta l’estate (fino al rientro nei normali livelli di sicurezza) bloccate le assegnazioni, ministeriali e provveditoriali, di detenuti;

- inviati agenti ad aumentare il penoso stato dell’organico;

- bloccati i provvedimenti di distacco in uscita dall’Istituto se non per ragioni di assoluta necessità personale (per esempio gravi motivi familiari) del dipendente;

- costituzione di un tavolo di confronto, a cui parteciperanno tutte le organizzazioni sindacali, con la direzione presso il provveditorato di Roma alla presenza del provveditore.

Cgil - Cisl - Uil – Osapp – Sinappe – Sappe

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