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Viterbo - Asl - Il progetto si propone di creare un percorso terapeutico per le persone con disabilità
Nasce la prima filiere agroalimentare del sociale
Viterbo - 23 giugno 2009 - ore 17,00

- E’ nata ufficialmente la prima filiera agroalimentare sociale della Tuscia. Si chiama “La compagnia del Capagno” ed è una rete pubblico privata il cui obiettivo è promuovere, sostenere e rafforzare, in modo sistematico, interventi e azioni di inclusione sociale per le persone con disabilità.

Il progetto ambizioso è stato presentato ieri mattina (lunedì 23 giungo) a Palazzo Brugiotti e comprende tra gli ideatori e i promotori: l'associazione Amici di Galiana, l'associazione Il giardino di Filippo, la Ausl di Viterbo e l'Università degli Studi della Tuscia. Per l’azienda sanitaria locale hanno avuto un ruolo determinante le Unità operativa Disabile adulto, diretta da Gilda Rush, e l’area C del Servizio veterinario, diretta da Paolo Burla.

“La compagnia del Capagno” si propone di arricchire e potenziare la rete appena costituita, aprendola il più possibile ai contributi che verranno dalla società civile e incentrandola sulla condivisione del ruolo, al tempo stesso, terapeutico riabilitativo e di integrazione lavorativa che possono svolgere le attività agricole e le attività a queste connesse. Si tratta della cosiddetta “agricoltura sociale” che trova nel viterbese un ambito di elezione particolarmente appropriato. Il “capagno”, tipica espressione viterbese che indica il cesto di vimini utilizzato per raccogliere i prodotti agricoli, rappresenta in questo contesto il simbolo dei prodotti derivanti da una “buona” terra.

Entrando nello specifico e nella fase operativa dell’iniziativa, attraverso il coinvolgimento di aziende produttrici in grado di fornire i loro prodotti per il capagno, e, attraverso la messa in rete dei consumatori, i ragazzi con disabilità coinvolti parteciperanno attivamente a tutte le fasi del lavoro, dalla produzione alla distribuzione, ognuno secondo le proprie competenze, attitudini e inclinazioni. Le aziende fornitrici di prodotti, inoltre, diventeranno anche sede per i tirocini formativi. In questo modo non ci sarà soltanto la costituzione di un paniere di prodotti e il contatto diretto con il consumatore, ma anche la fornitura di un servizio di formazione e di avviamento al lavoro.

La Compagnia del Capagno, oltre a ciò, costituirà anche una rete di acquisto socialmente responsabile stabilendo un rapporto diretto tra produttore e consumatore che valorizzi le valenze qualitative, ambientali e solidali dei beni e dei servizi del “capagno”. Il fine ultimo è sensibilizzare la cittadinanza all’adozione di modelli di consumo socialmente responsabili e al ruolo dell’agricoltura come ambito di inclusione sociale e lavorativo di soggetti a bassa contrattualità.

Il concetto di “filiera agroalimentare sociale” è stato accolto, con entusiasmo, da diversi attori istituzionali e non della vita pubblica viterbese che stanno cercando di dare una propria forma di contributo. Determinante è stato quello finanziario garantito dalla Fondazione Carivit, ma, significativa si è rivelata anche la partecipazione degli studenti del corso di grafica dell’Istituto Francesco Orioli di Viterbo che hanno realizzato il logo de La Compagnia del Capagno.

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