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Viterbo - Lo dichiara Ferindo Palombella, riconfermato presidente della Camera di commercio
"L'aeroporto resta una priorità"
Viterbo - 30 giugno 2009 - ore 3,30

Ferindo Palombella
- L'economia della Tuscia deve spiccare il volo. Ma l'aeroporto c'entra fino a un certo punto. Lo scalo può essere un'occasione che il territorio deve essere capace di cogliere.

Confermato alla presidenza della Camera di Commercio, Ferindo Palombella, traccia la rotta per i prossimi cinque anni del suo mandato.

“L'aeroporto resta una priorità – spiega – ma non è detto che l'arrivo d'aerei significhi per noi aprire dogane e confini. Perché un passeggero arriva qui, sale sul bus o sul treno e se ne va a Roma. Così sarebbe una servitù.

Invece dev'essere un'occasione, predisponendo pacchetti turistici che invitino il turista a fermarsi due giorni nella nostra provincia. Ma è impensabile che trovi di domenica negozi, ristoranti o alberghi chiusi. Lo scalo è un'occasione che dobbiamo saper cogliere”.

Come sarà il prossimo quinquennio? “I prossimi cinque anni – spiega Palombella – penso che potrebbero ridisegnare lo sviluppo provincia. Oltre allo scalo c'è il distretto agroalimentare o i Gal giusto per fare due esempi”.

Nel frattempo c'è la crisi. “La viviamo come nel resto d'Italia – osserva Palombella – anche se le nostre piccole e medie aziende possono meglio attrezzarsi per superare le difficoltà. Il nostro ruolo è non lasciarle sole.

Noi di solito entriamo più tardi in periodi di crisi e ne usciamo dopo. La scommessa è stavolta uscirne insieme agli altri”.

Quali le maggiori difficoltà oggi per la nostra economia? “Direi che l'export – continua Palombella – è un nodo cruciale.

Non è pensabile che noi siamo auto sufficienti, che i nostri prodotti si consumino tutti sul territorio o entro i confini del Lazio.

Dobbiamo andare oltre. Per questo siamo pronti a spenderci come Camera di Commercio, nel trovare altri canali”.

Da dove riparte? “Con uno scatto in avanti – conclude il presidente - intendo portare in consiglio i progetti di questi dieci anni. Per aggiornarli, valutare se a distanza di tempo abbiano esaurito la loro funzione e soprattutto guardare oltre”.

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