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| Raffaele Micillo |
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- “Le emozioni non si dimenticano”, il questore Raffaele Micillo saluta la città dei papi dopo tre anni di attività intensa.
“Penso -afferma durante un ultimo incontro con la stampa – di aver adempiuto alla mia missione. Abbiamo garantito ordine e sicurezza. Voglio ricordare in particolare l'attività di un uomo come Scognamiglio per il suo equilibrio assoluto. Ogni volta che c'è stata una aggressione di tipo politico, da qualunque parte provenisse, abbiamo individuato i responsabili. La nostra azione non è stata mai contestata”.
Un bilancio positivo.
“Abbiamo fatto in modo, quantomeno, che il livello della criminalità non aumentasse – afferma il questore in vista del trasferimento a Pisa -. In una città che poi così tranquilla come si dice non è. Sotto l'apparenza c'è un po' di tutto. Ci sono personaggi anche di un certo livello dal punto di vista criminale”.
Arrivano le domande.
L'episodio che lo ha più colpito?
“La rapina in centro alla gioielleria Menichelli mi ha impressionato. Non avevo mai visto tanti preziosi nel mio ufficio. Per altro subito recuperati dai nostri uomini”.
Il momento più difficile?
“Quando c'è stata violenza sui bambini. In questi casi anche io, che ne ho viste di tutti i colori, rimango sgomento”.
Un rammarico?
“Beh avrei voluto un coinvolgimento maggiore della popolazione. La polizia da sola non va da nessuna parte. Ci vuole la collaborazione dei cittadini”.
La nuova sede la conosce?
“Non la conosco molto. Ma mi accingo a conoscerla. Mi sembra che tra le sue caratteristiche ci sia una forte vivacità culturale con le due università: la statale e la normale. Una realtà certamente stimolante”.
