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Corruzione - Lo ha deciso il Gip dopo l'interrogatorio
Di Mario, Ceccarelli e Selvaggini restano in carcere
Viterbo - 14 luglio 2009 - ore 0,15

Ferdinando Selvaggini
L'imprenditore Michele di Mario
Sopra una delle persone portate nella caserma dei carabinieri
-Corruzione: confermato il carcere per gli indagati.

Michele Di Mario, Ferdinando Selvaggini e Massimo Ceccarelli restano in carcere.

Lo ha deciso il Gip Silvia Mattei. Poche ore dopo l’interrogatorio di convalida di questa mattina, svoltosi a Mammagialla.

Il giudice ha ascoltato tutti e tre. Si è riservata la decisione, rimandandola alle 19.30. Alla fine, ha accolto le tre richieste di custodia cautelare avanzate dai pm Tucci e Centofanti. Per pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove.

I tre erano stati arrestati la notte del 9 luglio, dopo che i carabinieri avevano sorpreso Di Mario a cedere a Selvaggini e Ceccarelli una tangente da 15mila euro, per aggiudicarsi l’appalto dei lavori di telefonia alla Asl.

Oggi, la decisione del Gip.
“Non ce lo aspettavamo – ha commentato l’avvocato Franco Taurchini, difensore di Ceccarelli -. Probabilmente la convalida degli arresti è in parte dovuta al polverone mediatico alzato dalla vicenda.

Ceccarelli – continua Taurchini – è un vaso di coccio in mezzo a dei vasi di ferro.

Quasi sicuramente il Gip lo riascolterà insieme agli altri due arrestati nei prossimi giorni. Il nostro assistito, comunque, è deciso ad andare avanti esattamente come ha fatto finora: collaborando”.

La convalida degli arresti è una doccia fredda anche per l’avvocato Riccardo Micci, legale di Selvaggini.

“Non sono stato personalmente all’interrogatorio – dice -, sono subentrato oggi alla difesa di Ferdinando Selvaggini, il cui caso è stato seguito finora dalla mia collega Serena Celestini. Personalmente non condivido il provvedimento emesso dal Gip.

Non vedo esigenze di natura cautelare che lo giustifichino. I fatti contestati hanno un loro fondamento, ma in relazione all’interrogatorio e alle dichiarazioni di Selvaggini, ritengo che la misura sia eccessiva.

Che dire? Aspettiamo di esaminare le carte per studiare una strategia”.

L’avvocato Giuseppe La Bella, difensore di Michele Di Mario, è dello stesso avviso. E annuncia che farà ricorso al tribunale del riesame di Roma.

“La misura del Gip è stata dura – dichiara -. Gli arresti domiciliari avrebbero comunque salvaguardato le indagini, data la preoccupazione dei pm di inquinamento delle prove.

Ma poi, come avrebbe potuto deviare le indagini il mio assistito? Con chi avrebbe potuto parlare? Domani leggerò l’ordinanza, ma in ogni caso sono deciso a fare istanza di riesame al tribunale di Roma, per un provvedimento che ritengo pesante.

Il mio parere è che queste persone sono state immolate per soddisfare l’opinione pubblica. Però al posto di Di Mario avrebbe potuto trovarcisi chiunque.

Il quadro è desolante – prosegue La Bella – ed è lo specchio della nostra giustizia italiana, con tutto il rispetto per il Gip Mattei. Visto che possiamo farlo, impugneremo il provvedimento. E la linea difensiva, la valuteremo dopo aver letto l’ordinanza.

Di Mario ha collaborato, ha ricostruito vicenda e ha chiarito che non si tratta di una corruzione. E non è giusto metterlo alla gogna, insieme a Selvaggini e Ceccarelli. Tra l’altro, tutti e tre incensurati”.


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