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Ferento - Lunedì 27 luglio alle 21,15
Le Troiane di Euripide in scena al teatro romano
Viterbo - 26 luglio 2009 - ore 16,45

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- Al teatro romano di Ferento, domani sera, lunedì 27 luglio, alle 21,15, va in scena le Troiane di Euripide nell’adattamento di Jean Paul Sartre nell’interpretazione di Ivana Monti con Cloris Bosca, Federica De Martino, Massimo Reale ed Emanuela Trovato per la regia di Federico Magnano San Lio.

“Le troiane ovvero il punto di vista dei vinti. Il punto di osservazione dei troiani, coloro che hanno perso la guerra a causa della furbizia, della menzogna e dell’inganno, è il punto di vista di chi subisce e subirà le peggiori vendette ed umiliazioni frutto dell’arroganza dei vincitori – scrive Magnano San lio nelle note di regia - Considerando che Euripide è un autore greco e che quindi appartiene alle schiere dei vincitori, possiamo dire che il suo punto di vista risuona come una chiara presa di posizione non solo contro tutte le guerre “esportatrici di civiltà”, che gli uomini “civili” fanno in nome della giustizia e del progresso ma che in realtà nascondono altri fini ed intenzioni, ma anche contro tutte le guerre in genere. Guerra come negazione della civiltà.

Guerra come inizio della fine della civiltà e quindi dell’umanità. La riduzione di Sartre regala proprio questo senso di becera stupidità della guerra.

La sua versione infatti appare sfrondata di ogni possibilità catartica dei personaggi; ogni umiliazione non restituisce dignità ai vinti ma ne sottolinea il loro gratuito sterminio. La condanna oltre che per la violenza è soprattutto per la cultura dominante che non offre, e non vuole offrire, alcun riscatto all’umanità dei vinti.

Anzi viene negata loro la possibilità di essere considerati “diversamente civili”, attribuendo così alle loro differenze l’insindacabile funzione di pericolo per l’umanità.

Motivazione, questa, che autorizza anche la peggiore violenza contro il nemico ma che in realtà nasconde una natura assolutamente opposta e contraria alle sbandierata “civiltà” dei conquistatori; come risalta nelle parole di Andromaca: “Uomini d'Europa, voi disprezzate l'Africa e l'Asia e ci chiamate barbari, ma quando la cupidigia e la vanagloria vi portano da noi, saccheggiate, torturate, massacrate. Dove sono i barbari, allora, eh? E voi, Greci, così fieri della vostra umanità, dove siete?”

Temi molto attuali che non hanno bisogno di sottolineature modernistiche e che mettono in luce i pericolosi e occultati fondamenti di quei comportamenti “civili” che negano il diritto all’esistenza di tutti gli essere umani”. Rappresentata per la prima volta nel 415 a.C le Troiane di Euripide venne messa in scena nell'ambito di una trilogia legata alla guerra di Troia, di cui facevano parte anche le tragedie “Alessandro” e “Palamede” (oggi perdute).

Alla fine della trilogia venne rappresentato anche il dramma satiresco “Sisifo” (anch'esso perduto).

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