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San Martino - Adattato in prosa da Alfonso Antoniozzi - 31 luglio
Al debutto "Il cappello di paglia di Firenze"
Viterbo - 26 luglio 2009 - ore 17,35

- Debutta venerdì 31 luglio alle 21,00, nel cortile del palazzo Doria Pamphili di San Martino, nella storica rassegna teatrale sammartinese (fuori concorso) Il Cappello di paglia di Firenze, vaudeville in cinque atti, tradotto e adattato in prosa da Alfonso Antoniozzi.

Una produzione “Teatro di Carta” che porta in scena i “Guitti di Vincennes”.

Ma chi sono esattamente?
“I Guitti di Vancennes sono un gruppo di amici fra i teatranti amatoriali e non della provincia che ho riunito per questa occasione…", ci dice Elda Martinelli, che ha curato progetto scenico e regia dello spettacolo. "Amici che collaborano più o meno occasionalmente o con continuità, sempre con grande entusiasmo, da trent’anni sul territorio.

E alcuni ne hanno fatto un mestiere, anche di fama. A questo progetto di aggregazione culturale, questi magnifici teatranti hanno detto sì, raccogliendo la mia sfida di una tanto cercata collaborazione e dando vita a un vivace gruppo, pieno di doti e di idee, che è stato particolarmente piacevole e facile dirigere. Basta ricordare i nomi.”

E che nomi. Su tutti Alfonso Antoniozzi già valente e giovanissimo attore a Viterbo, nel 1978 con la compagnia Tagéte, oggi cantante lirico di fama internazionale.

Per passare poi attraverso i percorsi più vari: come i giovani Simone Schiralli, Ramona Giraldi ed Elisa Caminada, ragazzi del gruppo “Teatro di Carta”; i figli d’arte Arcangelo e Massimo Corinti (indimenticato il padre Alberto, attore e regista viterbese già dagli anni ’50) della compagnia “I Giovani”; l’irresistibile caprolatto Romolo Passini, della Compagnia Teatro Popolare “Peppino Liuzzi” di Caprarola.

Dalla storica compagnia teatrale sammarinese “Danilo Morucci”, il brillante Sebastian Serafini e dal nuovo gruppo teatrale “Falsi d’Attore” il bravo Luca Morucci.

Dalla compagnia “Fanalino di Coda” la frizzantissima Vera Anelli; e ancora Paolo Manganiello e Chiara Palumbo (eccellenti professionisti, con la loro associazione Astarte); senza dimenticare outsiders come Carlo Ettorre, da diversi anni passato al professionismo, dopo aver a lungo collaborato con realtà teatrali della sua Capranica, ma anche viterbesi (fin dalla metà degli anni ’70).

E di nuovo in scena, per l’occasione, le sempre bravissime Francesca Sciamanna e Annamaria Lupi, già nella Compagnia “I Giovani” o lo spericolato debuttante Luigi Gentile, passato dal pianoforte alla recitazione.

Chiediamo a Francesca Sciamanna qualcosa in più su questo gruppo teatrale…

“Un’accozzaglia di noti matti per il teatro, qui nati e cresciuti, giovani e meno giovani, teatranti per vocazione e non per soldo o fama, che si sono fatti trascinare in questa avventura fuori misura dall’unico di loro che ha avuto il coraggio di fare del teatro la sua professione: e che professione!

Sotto la guida implacabile di una sceno/costumista/regista unica nella Tuscia per rigore, metodo, carisma… Senza attendersi altro risultato che divertire regalando il sogno dell’evasione!”

“Tutto a monte!!.. Questo è il tormentone che recita Nonancourt, personaggio che io interpreto – aggiunge Romolo Passini - Credo che sia, di sicuro, anche la frase che ho sentito più volte uscire dalla bocca della Martinelli, durante tutto il periodo delle prove.

Elda Martinelli. Regista che non rinuncia alla sua quotidiana passeggiata nel mondo della follia, per poi fare puntualmente ritorno alla base. Soltanto una come lei avrebbe avuto il coraggio di infilarsi in un tale ginepraio: un melting-pot di attori di estrazione e formazione così diversa che mai avrei pensato potessero condividere un palco!

Risultato: un’esperienza esaltante, provocata e supportata da quel geniaccio di un Alfonso Antoniozzi che, appena i suoi impegni artistici glielo consentono, non perde occasione per tuffarsi a occhi chiusi nell’humus che l’ha generato. Comincio a temere che questo “cappello” mi resterà nel cuore”.

“Questa è stata una operazione davvero stimolante – conclude Massimo Corinti – Percorsi teatrali che si intrecciano, amici che dopo anni si incontrano di nuovo… Artisti con storie importanti da raccontare: tutti uniti da un semplice cappello di paglia di Firenze!”

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