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Acquapendente - Il sindaco Bambini esprime il dissenso dell'amministrazione sul piano sanitario regionale
Ospedale, no alla riconversione a ciclo diurno
Viterbo - 28 luglio 2009 - ore 14,00

- "In riferimento alle notizie apparse sui mezzi d’informazione, riguardanti il piano di rientro della sanità del Lazio, con la chiusura o la trasformazione di alcuni ospedali, esprimo a nome dell’amministrazione comunale la contrarietà alla proposta che riguarda l’ospedale di Acquapendente”.

Con queste parole il sindaco Alberto Bambini commenta la notizia secondo cui l’ospedale aquesiano, insieme ad altri, verrebbe riconvertito in ospedale a ciclo diurno, monospecialistico e Ptp (Presidio territoriale di prossimità).

In tutto il Lazio sarebbero venti gli ospedali a subire trasformazioni o riconversioni, secondo quanto previsto dalla bozza del decreto commissariale per il riordino della rete ospedaliera per il piano di rientro dal deficit sanitario regionale.

“Non si tiene minimamente conto – prosegue il sindaco – delle precedenti proposte concordate anche con la direzione dell’Ausl di Viterbo che, pure in una riorganizzazione dei servizi, riconoscevano all’ospedale di Acquapendente una peculiarità indiscutibile sia per la posizione geografica di ospedale di frontiera sia per il tipo di popolazione afferente.

Esprimo poi rammarico per come la notizia è stata appresa, attraverso gli organi di stampa e non attraverso i canali istituzionali. L’amministrazione comunale in più deliberazioni del consiglio si è fatta portavoce della volontà di tutti i cittadini aquesiani e del territorio circostante con delle proposte che andavano nella direzione di una riorganizzazione dei servizi conservando quelli essenziali dell’ospedale, a cui non si intende rinunciare”.

Inoltre, nel mese di marzo di quest’anno è stata proprio la commissione Sanità della Regione Lazio ad approvare una proposta di legge sull’istituzione e la disciplina dei distretti socio-sanitari montani, che individuava il presidio di Acquapendente come ospedale montano e lo metteva definitivamente a riparo da possibili tagli, chiusure o riconversioni, in virtù delle criticità possedute dal punto di vista dei collegamenti viari, del forte tasso di invecchiamento e dei disagi socio economici.

“Ribadisco – conclude il sindaco – la contrarietà a qualsiasi tipo di organizzazione o trasformazione della struttura che non passi attraverso una discussione con il territorio e tutti i soggetti interessati”.

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