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Joumana Haddad e David Riondino al Tuscia opera festival - 29 luglio
"Suoni di versi", incontro tra musica e parole
Viterbo - 28 luglio 2009 - ore 14,30

- Al Tuscia Operafestival edizione 2009, la musica incontra la letteratura. Nasce così "Suoni Di Versi", l'appuntamento del 29 luglio alle 21 nella consueta cornice di piazza san Lorenzo.

Connubio tra note musicali e parole, lo spettacolo si basa su musiche originali di Francesco Venerucci e testi di Joumana Haddad, la poetessa libanese, responsabile delle pagine culturali del quotidiano libanese An Nahar.

E' anche l'amministratrice dell'Ipaf o Booker arabo, un premio letterario che ricompensa ogni anno un romanzo arabo, nonché la capo redattrice di Jasad, una rivista in lingua araba specializzata nelle arti e la letteratura del corpo.

Ha già pubblicato varie raccolte di poesia. Scrive anche racconti. I suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in molti paesi del mondo. Poliglotta, parlando sette lingue, ha anche pubblicato parecchie opere di traduzione, fra le quali un'antologia della poesia libanese moderna in spagnolo, uscita nella Spagna come in diversi paesi di America latina, e un'antologia di 150 poeti che si sono suicidati nel ventesimo secolo.

E' membro del comitato del libro e della lettura al ministero della cultura libanese. Ha ottenuto il premio del giornalismo arabo nel 2006.

Sarà presente alla serata anche nei panni di voce recitante, insieme a Valentina Grestina e con la partecipazione straordinaria, sempre come voce recitante, dell'artista poliedrico David Riondino. Al clarinetto, ci sarà invece Fabio Battistelli e al pianoforte lo stesso Venerucci.

Progetto originale di Francesco Venerucci per il Tuscia Operafestival, "Suoni di versi" è uno spettacolo bilingue arabo-italiano liberamente tratto dal poema di Joumana Haddad "Il ritorno di Lilith", di prossima pubblicazione per i tipi dell'Asino d'oro.

Sotto forma di reading musicale per tre voci recitanti e due musicisti,"Suoni di versi" rievoca la mitica figura di Lilith, la prima donna della creazione.

Presente nella mitologia sumerica, nel Vecchio testamento e nella Cabala ebraica Lilith è la prima compagna di Adamo, creata come lui dalla terra. Indipendente e ribelle rifiuta di sottomettersi a lui e abbandona il paradiso terrestre. Dalla costola di Adamo, perché gli fosse sempre sottomessa, Dio creò allora Eva.

Trasformata in un demone maligno, allo stesso tempo Lilith lascia tempo dietro di sé un'ombra di nostalgia, tanto che la Haddad immagina che perfino Dio, in un lungo monologo finale, le dichiari il suo amore. Alle discendenti di Eva la poetessa libanese propone questa affascinante immagine primordiale di donna, dandole corpo e voce.

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