:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
Tutto casa  Tutto vacanze Tutto automobili  Tutto viaggi


Romanzo dello scrittore Sandro Santori ambientato a Civita Castellana
In libreria "Tutta colpa di Alfredo"
Viterbo - 28 luglio 2009 - ore 18,00

- Sta uscendo in questi giorni nelle librerie italiane un poliziesco di Sandro Santori, “Tutta colpa di Alfredo”, Avagliano editore.

Il romanzo è ambientato a Bologna dove l’autore lavora da anni e a Civita Castellana sua città natale. C’è anche una puntata al lago di Vico ed è il primo episodio di una serie. Insomma c’è tanta Tuscia.

A che si deve questa collocazione così provinciale della vicenda? Lei si ispira più all’italianissimo commissario Montalbano che all’americano C.S.I.?

"Chi va in autostrada in estate o per le festività natalizie deve scontare un intenso traffico nella direzione nord-sud perché milioni di italiani lavorano al nord ma sono originari del sud. Genitori, nonni, amici, ricordi di infanzia, abitazioni e cibo della tradizione li aspettano lontano dai luoghi di lavoro e di abituale residenza. Alfredo Magnani, il protagonista delle mie storie, ha gli stessi problemi. Vive e lavora a Bologna, ma la casa del nonno lo aspetta a Civita Castellana".

Lei ha giocato a calcio in gioventù a Civita Castellana e ci ha scritto il libro “Marcello libero Alfredo stopper”, ora “giochicchia” con la nazionale scrittori, anche Alfredo Magnani pratica il calcio?

"Alfredo sta in porta in una squadra di amici, niente di serio. Poco più che scapoli contro ammogliati. E’ più bravo nel karate che nel calcio".

Nel libro si accenna alla figura di uno strano prete tombarolo, si è ispirato a qualcuno in particolare?

"Niente di storicamente esistito. A parte la passione dello scavare nel tufo che nella provincia di Viterbo trova molti aderenti. Molti anni fa, portando alcuni amici bolognesi al museo etrusco di Tarquinia ho incrociato un distinto civitonico che con il blocchetto degli appunti stava facendo dei disegni davanti a un vetrinetta. Mi ha detto che prima di riprodurre qualcosa si devono conoscere tutti i particolari. Il terzo episodio di Alfredo Magnani lo ambienterò nell’ambito del traffico di materiali etruschi, quelli veri e quelli molto somiglianti al vero".

Camilleri fa vivere il commissario Moltalbano a Vigata, paese immaginario della Sicilia. Lei , invece, parla di Bologna e di Civita Castellana, cita il ponte Clementino che congiunge la due parti della città delle ceramiche e le piazze con il loro nome. Per quale ragione?

"La mia impressione è che un prodotto di fantasia sia agevolato se incontra luoghi storici reali in cui incarnarsi. Centinaia di esempi letterari possono confermare questa mia tesi e altrettanti possono smentirla".

Per questo ci sono due interi capitoli che si sviluppano su un pedalò al lago di Vico?

"ll lago di Vico è un posto straordinario che meriterebbe più considerazione di quanta ne ottiene abitualmente".

Cosa rappresenta per lei il monte Soratte?

"Quello che è per i parigini la Tour Eiffel. Non si riesce a farne a meno".

Alla fine del romanzo ci sono dei ringraziamenti che non mi è mai capitato di incontrare. Lei ringrazia chi le ha prestato “un bellissimo cognome”. Perché?

"Di solito gli scrittori ricorrono agli elenchi telefonici per la scelta dei nomi da attribuire ai loro personaggi, io ho deciso di fare diversamente. Uso i nomi di amici e parenti. Le cose importanti sono due. La prima è che non ci sia nessuna corrispondenza tra il personaggio e la persona reale. La seconda è che il nome funzioni nel contesto letterario in cui viene inserito.

L’unica lamentela, ma appena accennata, è stata quella di un mio amico che ha scoperto che nel romanzo il suo superiore gerarchico ha lo stesso cognome di sua moglie".


Copyright 2009 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564