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Est Film Fest - Mercoledì 29 luglio dalle 11 alla Rocca di Montefiascone
Una giornata dedicata alla Maratona Corti
Viterbo - 28 luglio 2009 - ore 18,00

- Si aprirà alle 11.00, dopo la Colazione alla Rocca dei Papi, la giornata dedicata alla Maratona Corti.

Per la prima parte della Maratona verranno proiettati sei lavori: “Alice” di Stefano Anselmi; “Asade” di Daniele Balboni; “Tv” di Andrea Zaccariello; “Salomè” di Filippo Soldi; “Uomo-donna” di Giorgio Cutini; “Il mio ultimo giorno di guerra” di Matteo Tondini.

Alle 16.00 l’appuntamento con gli altri nove ed ultimi cortometraggi riprenderà con le proiezioni di: “La pistola” di Enrico Ranzanici; “Ultima spiaggia” di Marco Danieli; “Pugnali di carta” di Marco Giallonardi; “Il cappellino” di Giuseppe Marco Albano; “Io parlo!” di Marco Gianfreda; “Sofia” di Carlo Sironi; L’arbitro” di Paolo Zucca; “Anima incompresa” di Erika Fiscella e “L’amore non esiste” di Massimiliano Camaiti.

I 15 cortometraggi, commentati dai registi dopo ogni proiezione, si contenderanno un Arco d’Argento e 2.000 € (Premio Monte dei Paschi di Siena) che verrà decretato da una Giuria composta dai migliori studenti dell’Università della Tuscia, capitanati dal loro rappresentante Marco Vaccari.

Alle 22.00, in Piazzale Frigo, il consueto appuntamento con la sezione competitiva. Verrà presentato “La casa sulle nuvole” di Claudio Giovannesi, presente sul palco per il dibattito dopo la proiezione. “Il lungometraggio nasce dalla motivazione di raccontare e analizzare, attraverso l’esperienza dei personaggi, la fuga di un uomo dall’occidente verso il sud”, spiega il regista.

“Una fuga dalla responsabilità, dal tempo che trascorre, dalla necessità di invecchiare. La sceneggiatura nasce a partire da una documentazione fatta sugli italiani residenti in Marocco.

Il risultato è un affresco sui padri della mia generazione: uomini che hanno  vissuto la propria formazione culturale e morale negli anni ’60 e ’70, nel perseguimento del sogno rivoluzionario, dell’ansia di libertà, della ricerca di modelli alternativi di vita e di pensiero. I figli di questa particolare generazione di padri sono degli orfani, vissuti nel trauma dell’abbandono, alla ricerca di un modello paterno solido, arcaico”.

Ho voluto far vivere, a ciascuno dei miei personaggi, un percorso che lo porta alla conoscenza dell’altro e di conseguenza alla ridefinizione della propria individualità, fino al breve miraggio di una possibile esistenza comune, al di là di ogni differenza morale e culturale”.


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