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Areoporto - Tuscia Vola protesta
E Marrazzo rimette in gioco Frosinone
Viterbo - 29 luglio 2009 - ore 11,15

Riceviamo e pubblichiamo
- Con un’inaccettabile e intempestivo blitz, il governatore del Lazio ha riacuito le sopite lotte di campanile tra Viterbo, Latina e Frosinone: ha infatti inserito nella manovra di assestamento al bilancio in discussione al consiglio regionale, un articolo che stabilisce che la Regione al fine di potenziare e favorire lo sviluppo del sistema aeroportuale, parteciperà al capitale sociale della società Aeroporto di Frosinone Spa con uno stanziamento complessivo di 1 milione e 350 mila.

Gli abitanti della Tuscia ringraziano, anche questa volta: nonostante le promesse, la Regione si è dimenticata di noi. Ma alla vigilia dalle elezione regionali bisogna pur contarsi: un milione di voti di Latina e Frosinone (aeroporto sud di Roma) contro i miseri 300mila consensi della Tuscia.

Tre assessori regionali ciociari, tra cui l’ex della provincia di Frosinone e deus ex machina dello scalo ciociaro, Francesco Scalia, contano più dell'Ente nazionale aviazione civile che istituzionalmente dovrebbe regolamentare l'apertura degli aeroporti italiani.

Sicuramente contano molto di più delle nostre esigue rappresentanze politiche regionali che, tra l'altro, non annoverano nessun assessore tra le fila della giunta regionale. Alla faccia dei pareri dell'Enac che avevano cassato irrimediabilmente lo scalo ciociaro, soprattutto per motivi di sicurezza.

L’Enac, infatti, non potrebbe che rialzare, come fatto in precedenza, il cartellino “rosso” per bloccare l’ennesima follia aeroportuale, almeno per questa volta incompiuta. Nessuno all’Enac certificherà mai un aeroporto che lo stesso ente ha bocciato pesantemente.

Vito Riggio, presidente dell’ente, ha recentemente detto:”Vorrei ricordare che ai sensi dell’attuale codice della navigazione, il regolamento sulla costruzione e gestione degli aeroporti che è un regolamento internazionale è stato approvato dall’Enac nell’ottobre del 2005.

Nessun aeroporto in Italia si può fare senza il parere dei tecnici dell’Enac, che sentano quelli dell’Enav”. In poche parole o l’aeroporto ha i requisiti o nessuno volerà mai.

D’altra parte chi sottoscriverebbe mai l’atto di omologazione di uno scalo che implichi gravi responsabilità in materia di sicurezza? La lezione di Linate in quegli ambienti ha lasciato strascichi ancora freschi nelle memoria.

Ci dica invece, il presidente Marrazzo, cosa sta facendo di utile la regione per lo scalo viterbese, senza raccontarci la solita storiella della ferrovia Roma- Sant'Oreste.

Questa volta, se la variazione di bilancio passerà il vaglio del consiglio, sarà la Corte dei conti a valutare se i soldi spesi per un folle progetto già cassato irrimediabilmente da oltre un anno non costituisca danno erariale.

Tuscia Vola

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