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Spettacolo con Gianfranco D'Angelo e Nina Moric - Sabato 1 agosto
A Ferento è di scena "Un giorno lungo quarant'anni"
Viterbo - 31 luglio 2009 - ore 10,30

- Al reatro romano di Ferento, per la stagione estiva organizzata dalla Provincia di Viterbo e da consorzio Teatro Tuscia, va in scena domani, sabato 1 agosto alle 21,15, lo spettacolo “Un giorno lungo quarant’anni” di Marina Baumgartner e Giancarlo Nicotra con Gianfranco D’Angelo e Nina Moric per la regia di Giancarlo Nicotra.

Lo spettacolo è una lunga carrellata sugli ultimi decenni della vita di Gianfranco D’Angelo ma anche l’occasione per fare il punto sulla situazione politica e non dell’Italia e del mondo più in generale.

Un viaggio tra vizi privati e pubbliche virtù, manie, mode e modi, politici e attori, belle donne e fenomeni. Un excursus nel quale nulla sfugge all’occhio indagatore, acuto e beffardo di D’Angelo, capace come pochi di cavalcare i decenni con disinvoltura intrecciando i suoi ricordi di grande uomo di spettacolo con gli eventi che tutti conoscono.

Ogni tanto lo sferzante monologo è piacevolmente interrotto da medley di canzoni che guardano al passato, interpretate dalla calda voce di Tania, giovane cantante. Al fianco del cabarettista simbolo dello spettacolo italiano ci sarà la statuaria Nina Moric al suo debutto come attrice.

Per lei un ruolo trasgressivo e provocatorio, “placato” dal maestro D’Angelo che l’accompagna in questa sua prima. Insieme alla neonata coppia teatrale ci sarà anche il corpo di ballo “The oneda ylong Royal Ballet” impegnato in spiritosi balletti in perfetto “Drive-In-style”.

Dopo aver cambiato mille mestieri, per anni D’Angelo ha vissuto calandosi ogni giorno nei panni di un serio - ma non troppo - impiegato della Sip, e ogni sera in quelli, sicuramente a lui più congeniali, dell'attore.

Al talento naturale aggiunge una tecnica cabarettistica appresa nei due maggiori templi del genere, il Derby di Milano e il Bagaglino di Roma, nei momenti del loro massimo splendore.

Nel 1971, esordisce in televisione col varietà Foto di gruppo, al fianco di Raffaele Pisu. Poi, in un crescendo di successi: Dove sta Zazà (1973), Milleluci (1974), con Mina e Raffaella Carrà, Mazzabubù (1976), La Sberla (1978-79), C'era una volta Roma (1979), Signori si parte (1980) e Tilt (1981).

Nel 1983 trasferitosi in Fininvest porta la sua inesauribile carica di simpatia e ironia nell'indimenticabile varietà Drive in, che, fino al 1988, lo presenta alla ribalta - notevolmente dimagrito - come imitatore e fustigatore dei costumi dell'italiano medio, spostando l'asse dei suoi testi sulla satira sociale e politica.

Con i suoi ritmi serrati, le battute che non danno tregua, i monologhi taglienti, i personaggi centrati, D'Angelo è il protagonista del primo varietà veramente nuovo della televisione italiana, diretto da Giancarlo Nicotra prima e da Beppe Recchia poi. Nel 1988-89 conduce, insieme a Ezio Greggio, il programma di Canale 5 Striscia la notizia comparendo anche, nelle vesti d'imitatore, nei programmi Odiens e Televiggiù.

Dopo essere protagonista nel 1992 della sitcom di Canale 5 Casa dolce casa, nel 1993 torna in Rai conducendo, insieme a Gabriella Carlucci, lo spettacolo di Raiuno Luna di miele. Nel 1995 e nel 1996 appare al fianco di Raffaella Carrà nel programma Carràmba che sorpresa!, suscitando come sempre i favori del pubblico per la sua carica di simpatia e di travolgente comicità.

Gianfranco D'Angelo è anche un eccellente attore teatrale: nel 1992 recita nella farsa Chi fa per tre, di Cooney e Hilton, diretta da Pietro Garinei, in scena per due stagioni, che riscuote un enorme successo nei teatri di tutta Italia.

L'anno successivo ottiene un altro grande successo con Gli uomini sono tutti bambini, originalissimo lavoro, dove i monologhi di D'Angelo si alternano alle canzoni di quattro interpreti femminili, che riscuote grandissimo successo di pubblico e il plauso unanime della critica di tutta Italia.

In seguito è lo scanzonato interprete della divertentissima commedia brillante francese Tredici a tavola (1993-94), di Sauvajon. Nella stagione 1995-96 recita e canta accanto a Sabrina Ferilli nel musical I cavalieri della tavola rotonda, di Galli e Capone, nei panni di Re Artù.

Nel 1997 porta in scena insieme a Brigitta Boccoli, de Il gufo e la gattina di Bill Meinhoff, che riprenderà nella stagione 1998-99. E’ anche il magnifico interprete de L'ultimo Tartan (1998-99), con la regia di Sergio Japino, in scena al Salone Margherita di Roma.

Sempre diretti da Japino sono due grandissimi successi, come Il padre della sposa (2001-02), e È ricca, la sposo e l'ammazzo (2002-03). La prima è una esilarante commedia che affronta con ironia e divertimento il tragicomico momento del distacco dell'amata figlioletta da una normale famiglia borghese, e dei preparativi per il suo matrimonio.

La seconda è una divertente e romantica commedia, una storia d'amore un po' anomala, con punte di grande comicità e momenti di commossa tenerezza. A teatro è a fianco ad Alena Seredova ne "La signora in rosso" (2004-2005), a Sandra Milo in "Di profilo sembra pazzo" e "Il Padre della sposa" (2005-2006), e a Ivana Monti in "Indovina chi viene a cena" (2006-2007).

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