Riceviamo e pubblichiamo
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| Ugo Sposetti |
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la lettera di Ugo Sposetti a Leonardo Michelini, presidente Coldiretti Viterbo -
Caro Leonardo,
quale futuro per l’agricoltura viterbese.
Questa in sintesi la domanda che emerge nella tua intervista rilasciata nei giorni scorsi a un giornale viterbese.
Una domanda che suscita un dibattito vivace a cui non voglio sottrarmi. Perché? Perché credo fermamente, e non da oggi, nella validità delle cose che hai detto.
Agricoltura di qualità, tracciabilità dei prodotti, adozione di prodotti locali e stagionali, centro agroalimentare, centralità delle imprese, coordinamento tra produttori ed enti locali.
Argomenti talmente importanti che meritano di essere trattati con maggiore attenzione.
L’agricoltura viterbese in questi anni di profonde trasformazioni ha mutato fisionomia, si è equipaggiata per sostenere le sfide di un mercato in piena evoluzione.
A guidare una simile trasformazione è stata una classe imprenditoriale, emergente, capace di esprimere una nuova cultura economica.
Presso alcune aziende viterbesi vi è stato un significativo incremento degli investimenti all’insegna dell’innovazione e dell’innalzamento degli standard qualitativi.
Molte di loro, grazie anche al vostro importante supporto, sono riuscite ad applicare un sofisticato mix di strategie: dalla struttura gestionale, alla riorganizzazione delle competenze, dall’inserimento di figure professionali specifiche ad una razionalizzazione dei costi.
Cambiamenti che non hanno riguardato esclusivamente la fase della produzione. Sempre più importanti infatti sono stati e continuano ad essere i tentativi di compenetrazione tra attività diverse.
La stessa ricerca di nuove modalità di vendita dei prodotti ha contribuito a definire un nuovo profilo dell’agricoltura viterbese.
In diverse realtà gli imprenditori agricoli viterbesi rispondono con successo alla crescente domanda dei consumatori che chiedono qualità, affidabilità e prodotti che rappresentano il territorio. Il recente successo dell’iniziativa “campagna amica, prodotti freschi” testimonia la validità di queste iniziative.
Esperienze che affermano una nuova idea di agricoltura, che indicano nuovi valori di vita, diversi modelli di consumo, nuovi comportamenti verso l’ambiente naturale e nuove modalità di lavoro.
L’obbligo di confrontarsi con questi processi, riconoscere le nuove articolazioni economiche deve spingerci in avanti.
In questo complesso e articolato sforzo che vede la tua organizzazione protagonista attiva, credo dunque possa trovar spazio la proposta di creare una “rete” che coinvolga tutte le realtà e le figure economico - sociali interessate: i cittadini, gli agricoltori, gli allevatori, i produttori locali, i ristoratori , l’Università, il Comune di Viterbo e la Provincia.
Un Tavolo Verde della Tuscia per diffondere e difendere la buona agricoltura viterbese, per consegnare alle istituzioni locali un ruolo di generatori di nuove politiche per il sistema agroalimentare, per favorire l’immagine della nostra provincia nelle tavole e nei mercati.
Una straordinaria occasione di confronto per far emergere tutti quegli aspetti che per troppo tempo hanno agito sotto traccia, per far uscire il sistema agricolo viterbese da un ruolo gregario e per farlo divenire compiutamente l’asse portante del tessuto produttivo del nostro territorio.
Per allargare i nostri confini e per dialogare con esperienze e saperi esterni a noi.
Caro Leonardo, hai ragione: Aeroporto sì, ma continuiamo a investire sull’agricoltura.
Nella speranza possa aprirsi un cammino positivo colgo l’occasione per salutarti cordialmente.
Ugo Sposetti
