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Viterbo - I sindaci del fronte del no pronti anche a incatenarsi
"Con Talete l'acqua costerà più del vino"
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 15 maggio 2009 - ore 1,30

- “Con Talete, brindare con l'acqua sarà più costoso d'un vino dop”. Erino Pompei, sindaco di Bagnoregio, prova a ironizzare, anche se non ha nessuna voglia di scherzare.

Lui, insieme ad altri suoi sette colleghi, di cedere il servizio idrico alla società pubblica, non ne ha la minima intenzione.

“Già lo gestiamo in forma pubblica – spiega – in modo virtuoso. Invece devo cedere senza garanzie. Con danno per i cittadini che si vedranno aumentare i prezzi per gli allacci, i tempi per le riparazioni e le tariffe”.

Ieri per dire che il fronte del no a Talete si è tutt'altro che disperso, hanno convocato una conferenza. Oltre a Bagnoregio, c'erano San Lorenzo Nuovo, Valentano, Bagnoregio, Grotte di Castro, Vitorchiano, Gradoli, Capodimonte e Civitella d'Agliano, insieme a Orte che ha mandato un assessore in perlustrazione e alla senatrice Pdl Laura Allegrini.

Il commissariamento delle amministrazioni che non passano in Talete, incombe. Ma loro sono pronti a tutto. “Anche – anticipa Mancini da Civitella d'Agliano – a incatenarci davanti al Comune”.

Invito che Gabriela Grassini da San Lorenzo Nuovo è pronta a raccogliere. “Noi – spiega – siamo per l'acqua pubblica, a favore di un servizio idrico efficiente. Abbiamo parlato per due anni, ma nessuno ci ha sentito. E adesso vediamo una strana accelerazione nel voler far entrare i comuni”.

A Civitella d'Agliano il sindaco Mancini ne sa qualcosa. “Mi ha chiamato al cellulare una segretaria – ricorda – dicendomi che dovevo cedere il servizio entro il 29, intanto per essere più convincenti, non mi si autorizza un mutuo per sistemare la rete idrica che tra l'altro, serve alcuni punti di ristoro sull'autostrada. Che occupano 150 persone. La nostra industria più grande”.

Talete non piace. Per loro è un carrozzone su cui non vogliono salire. Pieno di problemi, a loro dire, come la cessione di Siit e Cobalb o quella già effettuata, ma mai chiarita fino in fondo di Robur.

Gemini Ciancolini (Vitorchiano) è pronto a una raccolta di firme. La loro è una battaglia che supera i confini degli schieramenti politici.

“Pur avendo tutte le carte in regola – spiega Ciancolini – non mi autorizzano lavori a depuratore e rete, nonostante abbia ottenuto i finanziamenti, perché non sono passato a Talete. Ma c'è tempo fino al 2010. intanto è tutto fermo.

Fino a quando non saranno i sindaci a decidere i gruppi dirigenti e non i politici, il nostro resta un no”.

Resta il commissariamento per le amministrazioni “indisciplinate”. “E' un sistema che si è inventato la Regione”. Secca risposta di Pompei. Con replica di Gabriella Grassini: “Di solito si commissaria quando non si eroga il servizio.

Qui è svolto e anche in modo virtuoso. Voglio proprio vedere”. E non finisce qui.

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