Riceviamo e pubblichiamo
- “Caro assessore Taglia, ho la vaga sensazione che non abbia letto oppure ascoltato nelle dovute sedi (commissione e consiglio comunale) le mie dichiarazioni in merito alla alienazione dei beni del comune di Viterbo.
Ciò si evince dal fatto che lo scrivente ha dichiarato che in linea di principio era d’accordo sulla necessità di vendere determinati beni sapendo anche che la normativa vigente lo prevedeva (grazie assessore per avermelo ricordato).
Relativamente alla congruità dei prezzi, ribadisco che il piano di alienazione consegnato anche al sottoscritto, presenta evidenti anomalie e che comunque vista la sua acutezza al riguardo non dovevo essere io ad evidenziarle (basti verificare il prezzo di locali siti nella stessa piazza e divisi solamente da una parete per determinare una differenza di prezzo di vendita che va da 1800 euro a 2000 al mq in più rispetto ad altro locale attiguo).
Comunque, basti dire che la valutazione è stata fatta dall’Ute e tutto è risolto come da lei affermato.
Per sua informazione, le faccio presente che ho citato altri beni del nostro Comune che vengono venduti anziché essere utilizzati per attività di questa amministrazione (vedi sportello della famiglia, ecc) quando invece vengono rinnovati contratti di affitto passivi per sedi periferiche. Questi sono solo alcuni fatti portati a conoscenza durante i miei interventi.
Non per polemizzare ma penso, caro assessore, che queste non siano dichiarazioni faziose e demagogiche. Concludo facendole notare che anziché raccomandarmi i colleghi del mio partito di Roma, guardi i suoi che non hanno niente da invidiare ad altri (sa benissimo che sono due bilanci di previsione che ci apprestiamo ad approvare ricorrendo alla vendita di gioielli di famiglia per fare cassa e procedere a sanare debiti che oculatamente suoi colleghi hanno creato)”.
Mario Quintarelli Consigliere comunale Pd
