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Ma c'è libertà di stampa in Italia? - Il vicesindaco e opinionista di Tusciaweb replica al caporedattore del Messaggero, Arnaldo Sassi
Giornalisti, asini e padroni...
di Marcello Meroi
Viterbo - 22 maggio 2009 - ore 3,00

Marcello Meroi
-Ormai è destino che su temi politicamente “scottanti” Arnaldo Sassi confuti i miei interventi ed io mi permetta di rispondere.

Libertà di informazione, dunque.

1. Ci troviamo d'accordo sugli editori “impuri” e sulla stampa piegata ai valori del referente economico.

Ma non si dica che tutto questo è colpa del duopolio Rai - Mediaset e quindi principalmente di Berlusconi.

Sassi ricorderà certamente che quando esisteva solo mamma Rai, i consigli di amministrazione erano letteralmente lottizzati dai partiti dell'arco allora definito costituzionale.

Un Dc presidente, un Psi vice, un consigliere ciascuno a Pri, Psdi ed a volte Pli, una rete al governo, una all'opposizione. Che il monopolio abbia rappresentato la peggiore e più indecente spartizione politica dell'informazione pubblica non si può negare ed all'epoca dell'attuale Presidente del Consiglio non si conosceva neanche l'esistenza.

Oggi, al contrario, gli oppositori del governo ed in particolare del suo leader, anche quelli più violenti e beceri, hanno nelle reti della sua famiglia uno spazio che nessun altro in qualsivoglia momento politico ha mai avuto.

2. “I giornalisti sono costretti ad attaccare l'asino dove vuole il padrone”.

Mi consentirà Arnaldo Sassi di dire che tale affermazione, proprio perché proviene da un rappresentante della categoria, non è quello che si dice un complimento ed un attestato di stima ai colleghi.

Ho sempre ritenuto, forse a torto, che la professione di giornalista (che in gioventù ho sempre sognato di poter intraprendere) fosse affascinante per la possibilità di incidere, di elevare, di rendere un servizio di qualità, di informazione e spesso di denuncia.

Un mestiere difficile per gente che del coraggio e della libertà di pensiero dovrebbe fare i propri punti di riferimento.

Se questi mancano mi spieghi allora Sassi perché dovremmo ritenere autorevoli e degne di essere ascoltate tutte le critiche, le reprimende, a volte le pesanti campagne che i giornali, anche quelli locali, conducono soprattutto contro i politici.
Sarebbero allora dettate dal principio dell'asino messo dove vuole il padrone?

Spero di no, anche perché ci sarebbe da capire quali siano i giornali (ed i giornalisti) liberi e quali quelli sostenitori della tesi sul posizionamento dell'infaticabile animale. A questo proposito consiglio tutti di leggere l'intervista rilasciata da Giampaolo Pansa sull'ultimo Panorama.

3. Sassi mi fornisce “una piccola citazione storica” che certamente ha un suo significato.

E' vero che la gente dimentica spesso e dimostra una particolare sensibilità per il “potente” di turno.
Ma con tante altre citazione storiche gli potrei ricordare che in tanti, con coraggio e dignità, hanno lottato e lottano per difendere i princìpi di libertà e le loro libere coscienze.

Credo che convenga con me che siano certamente migliori di quei conduttori di asini.

Marcello Meroi

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