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Acquapendente - Mostra realizzata dal museo del Fiore in collaborazione con l'Università La Sapienza
Paleolazio, chi c'era prima di noi
Viterbo - 25 maggio 2009 - ore 20,30

- Su proposta del museo naturalistico del Fiore di Acquapendente e del Comune stesso, con finanziamento da parte della Regione Lazio (Assessorato alla Cultura) e del sistema museale resina, è stata realizzata dal Museo civico di Zoologia Roma in collaborazione con il Museo di Paleontologia dell’Università “La Sapienza” di Roma la mostra “Paleolazio: chi c’era prima di noi”.

Gli aquesiani e tutti i cittadini della Regione, potranno visitarla a partire da giovedì 4 giugno presso il museo della città di Acquapendente (Palazzo Vescovile – Via Roma N°85) nelle giornate di Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 15.30 alle 19.

Per tutti coloro che vorranno fruirne (anche disabili e non vedenti), informazioni e prenotazioni presso l’800.411834 – 0763.730246. Coordinata e allestita dalla Darwin Società Cooperativa con tavole grafiche di S.Maugeri e grafica di A. Troisi, le scenografie, i pannelli ed i modelli di animali racconteranno la storia della vita nel Lazio a partire da 250 milioni di anni fa, quando la Regione era completamente sommersa dal grande mare Tetide, di cui il Mediterraneo è solo un piccolo residuo.

Un viaggio nella preistoria che porterà i visitatori a fare conoscenza di un “habitat antropologico” cominciato a modellarsi 600 milioni di anni fa, quando un singolo enorme continente denominato Pangea, cominciò a seguito di lenti e continui movimenti, a frammentarsi fino all’attuale disposizione delle terre emerse. Quelle poche (isole e atolli corallini bagnati da acque calde, calme e poco profonde, in uno scenario paragonabile a quello delle attuali Bahams), 100 milioni di anni fa erano popolate da dinosauri. E proprio su loro la mostra si soffermerà.

Per presentare le recenti scoperte sugli imponenti erbivori lunghi più di dieci metri e carnivori corridori delle dimensioni di circa due metri. Oltre che sui numerosissimi elefanti, ippopotami, rinoceronti, cervi e leopardi che vivevano in questo periodo.

Nella parte dedicata all’ “Ultimo grande freddo”, la mostra “ci porterà ancora indietro nel tempo” a 35.000 anni fa, quando in un clima particolarmente rigido mammuth, rinoceronti lanosi ed orsi delle caverne condividevano il territorio regionale con l’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens in via di diffusione.

Quell’uomo che insieme ai fattori ambientali e climatici, causò il cambiamento ambientale.
Con l’ausilio di pratiche agricole, selezione di piante e domesticazioni di animali. La mostra terminerà poi con uno sguardo rivolto al futuro.

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