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Bagnaia - Lettere - Scrive Andrea Palazzi: "Poniamo fine a questo sterminio"
"Killer dei cani, perché il Comune non fa niente?"
Viterbo - 27 maggio 2009 - ore 18,00

Riceviamo e pubblichiamo - Cara “Associazione Animalista Amici Animali”, ogni tanto leggo su Tusciaweb i vostri articoli, le vostre richieste di aiuto e di chiarezza e non posso che indignarmi insieme a voi con chi di dovere per l’inerzia che c’è intorno a questa vicenda, a cominciare dal Comune di Viterbo che, a quanto dite, non si è finora costituito parte civile.

Questa inerzia mi porta a fare una serie di domande e considerazioni a voce alta che, immagino, molti come me si saranno fatti, soprattutto voi.

Da quanti anni esiste il canile di Bagnaia e a quando risale il primo caso di avvelenamento? Un anno, due dieci?
Al di là dell’ipotesi più evidente, quella del killer schizofrenico, a chi giova questa situazione? A chi giova, cioè, che nel canile di Bagnaia, siano morti già sessanta cani per avvelenamento?

A qualcuno che non vuole il canile e “favorirebbe”, nel modo più crudele possibile, quella “deportazione” che voi nell’articolo profilate, in altri ricoveri fatti spesso di gabbie chiuse e sovraffollate?

In ogni caso la persona che agisce dimostra di conoscere molto bene la struttura. Il veleno usato è sempre lo stesso e, non essendo Bagnaia una città grande come New York, ma un borgo in cui le persone si conoscono un po’ tutte, non posso non pensare che qualche sospettato ci sia.

Eppure questi amici fedeli dell’uomo (anche di quelli che di umano non hanno più nulla) continuano a morire, a dare fastidio con la loro presenza semplice e giocosa a chi evidentemente è in grado solo di uccidere e distruggere quello che la vita liberamente crea, prendendosela vigliaccamente con chi non può difendersi e, magari, si era avvicinato fiducioso, con l’aggravante che questi atti di crudeltà spesso passano sotto silenzio perché sono fatti “solo” su animali.

Questa mia lettera vuole essere un appello e un invito tutte le istituzioni e autorità preposte, a tutti gli amanti degli animali e, più semplicemente, a tutte le persone che si sentono responsabili di quello che accade sotto i loro occhi, a fare quanto in loro potere per porre fine a questo sterminio, riflettendo sul fatto che, per qualsivoglia vicenda, ogni “pazzo criminale” o definito tale, può agire indisturbato solo con la complice indifferenza di chi sa e non parla, di chi conosce e non interviene, di chi potrebbe fare e non fa.

Andrea Palazzi

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