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Viterbo - Tre operai morti in Sardegna - RdB: "Non servono lacrime di coccodrillo, ma norme sulla sicurezza"
"Morti bianche, è ora di dire basta"
Viterbo - 27 maggio 2009 - ore 18,30

Lino Rocchi
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Riceviamo e pubblichiamo - Anche ieri, purtroppo, i morti per lavoro sono stati quattro, un agricoltore e tre operai presso la Saras di Cagliari, dipendenti della appaltatrice Comesa srl, morti mentre eseguivano lavori di manutenzione dell’impianto, l’ennesima strage di lavoratori che muoiono di produzione, ma soprattutto di appalto, dove si ricerca il minor costo, non garantendo diritti e sicurezza ai lavoratori.

Orari di lavoro oltre il massimo consentito, mancanza di formazione ed informazione, precarietà e lavoro nero sono i fattori di maggiore rischio imposti dall’ingordigia dei padroni, a questo si aggiunge l’ipocrisia del Ministro Sacconi, che assicura una indagine “a posteriori”, in linea con la salvaguardia degli interessi delle imprese che non devono essere assolutamente disturbate con controlli veri e preventivi.

In queste ore assistiamo a manifestazioni di cordoglio di tutte le più alte cariche dello Stato che sicuramente non modificheranno in alcun modo la situazione. Non servono lacrime di coccodrillo, ma il varo di una normativa d’urgenza sulla sicurezza e sugli appalti che inchiodi i padroni alle loro responsabilità, invece di discuter in parlamento una legge che, di fatto, peggiori la normativa a tutto discapito della vita e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.

Occorrono atti concreti per far cessare questa “mattanza”, ci sono stati in Italia 422 morti, 422.273 infortuni sul lavoro e 10.558 invalidi dall’inizio dell’anno, è un vero e proprio bollettino di guerra, dietro ognuno di questi numeri c’è una vera e propria tragedia che si consuma ormai solo nei comunicati “formali” di cordoglio.

È ora di dire basta. Il Patto di Base (Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale) sta predisponendo un disegno di legge che affronti l’emergenza degli infortuni e degli omicidi sul lavoro, che ridia centralità e reale potere ai Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza, che riconosca le responsabilità penali e civili in capo al datore di lavoro e le sanzioni in modo adeguato.

È altrettanto necessaria la ripresa di un forte movimento dei lavoratori in difesa del diritto alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, che contrasti qualsiasi disegno governativo e confindustriale del loro smantellamento.

Lino Rocchi
Rdb Cub

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