- Riprenderanno alla fine di giugno le indagini archeologiche condotte dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università Sapienza di Roma presso il complesso rupestre di Santa Restituta, alla Civita di Tarquinia.
Alla campagna, diretta dalla professoressa Letizia Ermini Pani, parteciperanno gli studenti della Sapienza e dell’Università della Tuscia di Viterbo, insieme agli allievi della Scuola di Specializzazione in Archeologia di Roma. Gli scavi, iniziati nel 1999 e portati avanti grazie alla fattiva collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Tarquinia, hanno permesso di rivelare un insediamento rupestre più articolato di quanto nelle prime campagne era stato ipotizzato.
Il complesso composto dalla cella monastica e da una serie di ambienti utilizzati a scopo abitativo e funerario, fu ulteriormente arricchito dalle strutture costruite e datate al pieno medioevo. Importante, poi, si è rivelato lo scavo dell’area nord dove sono stati messi in luce un ossario ed un’area funeraria caratterizzata da sepolture in fossa semplice o a cassone.
Tutte le sepolture si presentavano senza corredo confermando la pertinenza delle stesse all’ambito cristiano. L’insediamento rupestre di Santa Restituta, situato ai piedi della parete rocciosa sud-occidentale del Pian della Regina, è una delle pertinenze altomedievali (attestata dai documenti già nel periodo carolingio) appartenenti al monastero longobardo di San Salvatore al Monte Amiata.
Le indagini sono finalizzate non soltanto alle comprensioni delle dinamiche di occupazione nel periodo tardo-antico e medievale nella zona della città etrusco-romana, ma anche al possibile inserimento all’interno dell’area archeologica di un nuovo elemento risalente all’altomedioevo e caratterizzante la storia della città.
