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L'opinione di uno sporco comunista - A proposito di dovorzio tra Lario e Berlusconi
Evviva il re!
di Valerio De Nardo
V
iterbo - 4 maggio 2009 - ore 1,45

Silvio Berlusconi e Veronica Lario
- Quale notizia più del divorzio di Arcore è destinata a occupare nei prossimi giorni le cronache?

Consultando Wikipedia leggiamo che la signora “Miriam Raffaella Bartolini, meglio conosciuta con il nome d'arte di Veronica Lario (Bologna, 19 luglio 1956), è un'attrice italiana, nota per essere la seconda e attuale moglie di Silvio Berlusconi”.

Quel che emerge nelle polemiche di questi giorni intorno a questo personaggio così defilato eppure così capace di “bucare” la comunicazione, è la sensazione di una sorta di lotta di potere nella dinastia di Macherio: l’orizzonte della contesa tra i figli di primo e di secondo letto.

D’altronde gli house organs patinati (gran ciambellano Alfonso Signorini) ammiccano sottilmente alla regalità della stirpe berlusconiana: come non pensare a interessi, intrighi, conflitti dietro le immagini glamour?

Qualcuno sostiene che le uscite della “signora”, come l’ha chiamata pubblicamente il marito, siano dentro un gioco delle parti. Ma anche così fosse, la sensazione è che ella riesca a condizionare molto più dei Franceschini o dei Di Pietro il capo del governo (se ne stupisce lei stessa annunziando la richiesta di divorzio).

Come se la normale dialettica politica maggioranza/opposizione non funzionasse più, se non come “opposizione di Sua Maestà”. Così il conflitto familiare diviene l’unico esplicito, esplicitabile, mentre quello politico deve dissimularsi, ridursi, quasi vergognarsi di sé stesso.

Veronica ha stoppato qualche candidatura di veline. Ma il capo del Pdl sa che esse interpretano un pezzo consistente del sentire degli elettori, in particolare dei più giovani, che trovano in quei percorsi di vita e professionali motivi di identificazione e di rappresentazione.

“La signora” ritiene forse invece che l’immagine della famiglia possa essere turbata da un giro troppo esteso di favorite e le sue pubbliche considerazioni sul “ciarpame senza pudore” fanno premio sui calcoli elettorali del marito. Ma tutto ciò non basta e arriva la richiesta di divorzio.

Leggendo della saga familiare di Arcore e mentre il principe Emanuele Filiberto, dopo aver conquistato il proscenio televisivo di “Ballando con le stelle” si lancia nell’agone politico repubblicano, se pure proiettato in Europa, viene da pensare dell’Italia quello che Erri De Luca ha scritto nel suo ultimo romanzo a proposito di Napoli: è una città che vuole un re, non un governo.

Valerio De Nardo

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