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Cronaca - Omicidio Gabriele Sandri - L'agente ripercorre la drammatica vicenda
Spaccarotella: "Non volevo uccidere nessuno"
Viterbo - 6 maggio 2009 - ore 13,50

Gabriele Sandri
- "Non volevo uccidere nessuno. Volevo solo fermare qualcosa che stava succedendo e fare il mio lavoro nel modo migliore".

E' la dichiarazione spontanea di Luigi Spaccarotella, l'agente che due anni fa, sparò al giovane tifoso Gabriele Sandri, causandone la morte.

L'agente ha raccontato quella drammatica mattina dell'11 novembre 2007.

Stava facendo un controllo con i suoi colleghi quando, dall'altra parte dell'autostrada, vide che era in corso una rissa tra un gruppo di persone.

Spaccarotella si è avvicinato con un altro agente e ha sparato un colpo in aria.

Le persone si sono divise. Alcuni stavano fuggendo.

Il poliziotto ha intimato l'alt a un gruppo di ragazzi.

"C'è stato - racconta - un gesto istintivo di alzare il braccio o tutte e due le braccia. Non so se quando è partito il colpo ero fermo o a fine costa. Non ricordo, è passato un anno e mezzo.
Mi sono reso conto che era partito il colpo solo quando l'ho sentito.
Non mi sarei mai aspettato di causare la morte di una persona.
Al rientro ho riferito al mio collega che era partito questo colpo, non in direzione di niente e di nessuno.
Un po' l'asma che mi perseguita da quando avevo 16 anni. Ero stressato, la corsa, l'asma, lo stress di quei momenti. Poi e' successo quello che e' successo. Non e' stato volontario".

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