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Viterbo - Tuscia Operafestval - Si è chiusa al Teatro dell’ Unione la seconda edizione di “Impariamo l’Opera”
Quando i ragazzi scoprono un Tesoro
Viterbo - 9 maggio 2009 - ore 12,00

- “Da oggi parlerò cantando proprio come Adina e Nemorino!” è stato uno dei primi commenti a caldo fatto da un bambino di cinque anni tra i numerosi che hanno partecipato ad “Impariamo l’Opera”.

Il progetto è stato ideato e realizzato dall’Associazione Viterbo Artemusica, organizzatrice del Tuscia Operafestival, in collaborazione con gli Assessorati alla Cultura ed istruzione del Comune e della Provincia di Viterbo e del Consiglio regionale del Lazio.

Dopo tre spettacoli in matinèe, si è chiusa ieri la 2a edizione dell’iniziativa che ha messo in scena l’ Opera “L’Elisir d’Amore” di G. Donizetti in una versione dagli alti contenuti didattici, oltre che artistici. Questi appuntamenti con la Lirica, creati ad hoc per le scuole di ogni ordine e grado della città di Viterbo e della Provincia, hanno cercato di coniugare teatro e lirica con l’ intento, felicemente riuscito a quanto pare, di aiutare attraverso la narrazione in prosa la comprensione del linguaggio cantato e quindi della trama, a volte difficile da decifrare.

Il giovane pubblico, la maggior parte del quale si è seduto per la prima volta sulle poltrone imbottite del teatro, si è dimostrato attento e sensibile non solo alla musica, ma anche al messaggio che l’opera stessa ha voluto dare, fatto questo insospettabile alla vigilia, in una epoca come la nostra di tv digitale, play station e videogiochi.

Con una azione scenica briosa e senza momenti statici, ma soprattutto con un testo ideato in un linguaggio moderno più vicino ai ragazzi di quanto non possa essere un libretto ottocentesco, il Maestro Stefano Vignati, questa volta nei panni di regista ed autore dello spettacolo, ha colto nel segno riuscendo a tenere tutti incollati per un’ ora a quanto si andava svolgendo sul palcoscenico e per di più in un silenzio quasi perfetto permeato di grandissima attenzione. “Il fatto che i ragazzi, ed i bambini in particolare, ridessero ed applaudissero nei momenti esatti dello spettacolo, cosa che a volte difetta persino negli adulti”, afferma Vignati, “è stato il motivo di mia maggior soddisfazione, segno evidente che il tentativo di rendere chiara e di far amare l’Opera è stato raggiunto.”

Tutto il cast dei Cantanti, anch’esso giovanissimo, ha contribuito al successo di quello che ormai al secondo anno possiamo definire un vero format educativo, ma in particolar modo va reso merito alle due voci narranti Paolo Manganello e Chiara Palumbo, rispettivamente nei ruoli di Nemorino ed Adina, che con con i loro toni caldi e rassicuranti hanno dato continua fluidità all’alternarsi delle parti cantate e recitate. Questa sorta di collante creato dai due attori, l’utilizzo di un linguaggio semplice ed immediato ed il continuo rimando alla vita di tutti i giorni, hanno contribuito a creare un’empatia continua tra il palco e la platea.

Illuminante infine il commento di un’insegnante della scuola dell’infanzia che rispondendo a chi le chiedesse se i bambini di 4 o 5 anni non fossero troppo piccoli per uno spettacolo lirico, ha così commentato: “la musica è innata, fa parte del patrimonio genetico di ogni bambino, per questo l’ascolto di ciò che è indubbiamente di valore, anche nei più piccoli, è fondamentale per il recupero permanente della personalità musicale che è in ognuno di noi!” . Quando i ragazzi scoprono un Tesoro, spesso sanno metterlo a frutto per la vita e tutto questo e’ stato possibile anche grazie alla Star Auto Mercedes di Viterbo, sensibile ai progetti culturali dedicati alla nuova generazione.


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