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Viterbo - Dostoevskij secondo Tato Russo - Sabato 28 e domenica 29 marzo
“Il paese degli idioti”
Viterbo - 16 marzo 2009 - ore 16,30

- Il Dostoevskij fustigatore di costumi, umorista raffinato ne “Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti”, un testo che metteva alla berlina quel mondo costellato di intellettuali inconcludenti, prepotenti, ipocriti, parassiti della società aristocratico-borghese che popolavano la provincia russa, figure rappresentative di quell'epoca ma che non mancano certo anche nel nostro tempo, è il punto di partenza della commedia “Il paese degli idioti” di Tato Russo in scena, con la regia di Alvaro Piccardi, al Teatro dell’Unione sabato 28 alle ore 21 e domenica 29 marzo alle ore 16,45.

Per favorire la frequenza al teatro, Consorzio Teatro Tuscia lancia una promozione: prezzi scontati per i palchi del 2°, 3° e 4° ordine. E’ un’occasione da cogliere al volo per assistere ad una novità assoluta per l’attuale stagione del Teatro italiano.

Tato Russo, da grande maestro qual è, - ha scritto la critica - ha avuto la felice intuizione di trasferire la campagna russa nel meridione italiano e, dopo aver in un primo momento cambiato per coerenza nomi e ambientazione, si è lasciato convincere dal bravo regista Alvaro Piccardi a conservare quelli del romanzo originale, pur facendo parlare i personaggi nei dialetti del Sud, napoletano, lucano, pugliese eccetera.

Ne è venuto fuori un brillante pastiche linguistico-letterario, uno strampalato ritratto d’un ambiente contadino gretto e arretrato, brulicante di relazioni nascoste e di intrecci tra il detto e il non detto, dove su tutti domina la figura carismatica e insopportabile del Tartufo russo, anzi, "Tato" Russo-napoletano Fomà Fomic.

Colossale monumento di spudorata falsità, vile parassita travestito da santone, ingannatore indomito, Fomà ha l’abilità di sfruttare tutta la forza persuasiva della parola per soggiogare gli sciocchi che lo circondano e ottenerne la sottomissione.

Quel che è peggio – e che più inquieta, in quanto pratica tuttora in voga – è che sfrutta il potere intimidatorio della falsa cultura su chi ne è privo, come un tirannico Azzeccagarbugli”.

Un testo straordinario con un Tato Russo che dà il meglio di sé attorniato da prestigiosi attori gravissimi nell’interpretare i goffi protagonisti dell’opera teatrale.

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