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Immobili da restituire a quei territori che hanno perso valore a causa di attività e interessi della criminalità organizzata
La Regione Lazio accelera sui beni confiscati alle mafie
Viterbo - 16 marzo 2009 - ore 18,30

-Parere favorevole all’unanimità, dalla commissione Sicurezza del Consiglio regionale del Lazio, allo schema di deliberazione di Giunta che determina criteri e modalità di assegnazione dei contributi relativi a immobili confiscati alla criminalità organizzata.

“E’ un atto importante perché permette di utilizzare i fondi previsti dalla Finanziaria regionale”, ha dichiarato a margine della seduta la presidente Luisa Laurelli (Pd).

“Nel 2008 la Regione Lazio ha stanziato complessivamente 1 milione e 300mila euro per il recupero, la riqualificazione e il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati – ha ricordato l’assessore agli Affari istituzionali, enti locali e sicurezza Daniele Fichera – Grazie ai fondi previsti nella Finanziaria la cifra arriva a 2 milioni di euro, cui si aggiungono altri 300mila euro da destinare a iniziative per la legalità da realizzarsi nelle strutture.

Quest’anno, quindi, finanziamo non solo gli interventi strutturali sugli immobili confiscati, ma anche le attività che si svolgono attraverso l’utilizzo di quei beni”.

I destinatari dei contributi saranno i Comuni del Lazio che possono amministrare direttamente il bene, le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, le comunità terapeutiche, i centri di recupero e cura di tossicodipendenti.

Potranno essere finanziati progetti di ristrutturazione e riqualificazione di immobili confiscati per utilizzarli a fini sociali o istituzionali, con l’obiettivo di riaffermare la legalità e la diffusione dei valori della convivenza civile e di impiego socialmente utile.

Il contributo può essere concesso nella misura massima di 100mila euro per progetto.

Finanziamenti potranno essere assegnati, inoltre, a progetti riguardanti attività svolte attraverso l’utilizzo del bene confiscato che favoriscano l’educazione alla legalità e la valorizzazione della loro azione sul territorio, attraverso corsi, visite guidate, campagne informative e realizzazione di eventi a tema che evidenzino la destinazione a fini sociali del bene rispetto alla sua derivazione.

In questo caso l’importo massimo del finanziamento ammonta a 15mila euro per ciascun progetto.

“L’aumento del numero di progetti da finanziare a Comuni e associazioni, per attivare nuovi servizi sociali e restituire l’impresa ‘rubata’ a una nuova realtà imprenditoriale che riavvii un’economia legale – ha commentato la presidente Laurelli – è un obiettivo condiviso da tutti i consiglieri della commissione Sicurezza.

I beni di ‘Cosa Nostra’ devono ridiventare ‘cosa nostra’, come dice Don Ciotti, cioè beni comuni da restituire – attraverso l’utilizzo per scopi sociali, culturali e di impresa sociale – a territori deprivati dalla presenza delle attività e degli interessi delle mafie.

La localizzazione di questi beni è la cartina al tornasole che conferma quali sono le zone e le attività delle mafie nel Lazio, compresa l’attività di riciclaggio di denaro sporco con cui si acquistano beni che condizionano interi settori, come quello commerciale e del turismo”.

Erano presenti i consiglieri Fabrizio Cirilli (Gruppo Misto), Giuseppe Mariani (Lista civ. per il Lazio), Annamaria Massimi (Pd) e Bruno Prestagiovanni (An-Pdl), oltre a Giulio Vasaturo dell’Osservatorio tecnico scientifico sulla legalità.

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