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Operazione coast to coast di polizia e carabinieri - Cinque arresti e 65 indagati
Favoreggiamento immigrazione, coinvolti imprenditori e professionisti viterbesi
Viterbo - 17 marzo 2009 - ore 8,50

La conferenza stampa delle forze dell'ordine
Le immagini diffuse dalle forze dell'ordine sull'inchiesta- Sotto le cinque persone ai domiciliari
- Smantellata organizzazione dedita, secondo le indagini di polizia e carabinieri, al favoreggiamento dell’ingresso di clandestini in Italia.

Dodici persone raggiunte da provvedimenti di custodia cautelare da parte di polizia e carabinieri.

Di questi, cinque si trovano agli arresti domiciliari e sette hanno l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

E' questo il risultato di un'operazione congiunta polizia - carabinieri di Viterbo. Per la polizia sono intervenuti gli uomini della Digos e della Mobile, coordinati da Fabio Zampaglione, e per i carabinieri sono intervenuti gli uomini del comando provinciale e il nucleo ispettorato del lavoro.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Viterbo Mautone, su richiesta del Pm Conti, per un'indagine inerente l'associazione a delinquere a scopo di lucro finalizzata al favoreggiamento all'ingresso in Italia di extracomunitari in violazione delle norme sull'immigrazione.

Tra i personaggi coinvolti professionisti e imprenditori viterbesi.

Sono agli arresti domiciliari Alfredo Cusi, impiegato di una società partecipata del comune, Giannarosa Santini, impiegata della direzione dell'ufficio Provinciale del lavoro, Tiziana Pizzuto, consulente del lavoro e due extracomunitari Marapullige Dajananda e Fernando Wickarama Karalu. Tutti incensurati.

Complessivamente gli indagati sono sessantacinque.

Questa mattina le forze dell'ordine hanno perquisito venti abitazioni e uffici e sequestrato otto immobili dove risiedevano gli extracomunitari una volta entrati in Italia. I locali si trovano al centro di Viterbo e a Canepina. Le persone finite nella rete di polizia e carabinieri avrebbero, secondo l'accusa, fatto arrivare nel nostro paese centinaia di extracomunitari senza rispettare le leggi sull'immigrazione.

Secondo quanto spiegato nel corso della conferenza stampa congiunta di polizia e carabinieri, l'accusa è quella di aver fatto in modo che gli extracomunitari venissero in Italia alle dipendenze di imprenditori italiani. Una volta in Italia venivano poi licenziati ma in base alle leggi italiane avevano un anno per regolarizzare la loro posizione.

Il costo della pratica per ogni immigrato era, come ha spiegato il capo della Mobile Zampaglione, andava dai 4mila ai 7 mila euro.

Le indagini sono partite alcuni mesi fa su una segnalazione dell'ispettorato provinciale del lavoro. I dirigenti avevano avuto dei sospetti su una loro impiegata poi arrestata.

"Da qui - ha detto Zampaglione - sono iniziate le indagini attraverso intercettazioni e pedinamenti che hanno poi portato agli arresti di oggi. L'organizzazione faceva entrare immigrati extracomunitari in cambio di soldi. Nella vicenda sono coinvolti anche i familiari di alcune delle persone arrestate. In gran parte si trattava di immigrati cingalesi. E tra gli arrestati ci sono i due che fornivano i nominativi ai viterbesi".

L'operazione denominata Coast to coast ha visto - come sottolineato dal questore Micillo - la collaborazione tra polizia e carabinieri. In particolare sono stati impegnati gli uomini, in questo ultimo caso, del nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri guidati dal maresciallo Masci.

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